David Clay Large
Ed. EDT, Torino 2019
pagg. 487
“Se qualcuno ci chiedesse a bruciapelo quale fosse il liquido tenuto nella più alta considerazione in epoca greco – romana, molti di noi probabilmente risponderebbero il vino, ma sarebbe un grave errore: era infatti l’acqua il fluido che ha fatto muovere le civiltà classiche occidentali.” Così l’autore, professore di Storia Europea all’università di San Francisco e all’Institute of European Studies of Berkeley, ci introduce a questo viaggio negli stabilimenti termali attraverso i secoli.
Sia i greci che, soprattutto i romani, sfruttarono l’acqua e il bagno come agenti terapeutici. Infatti, “se i greci sono stati i silenziosi precursori delle moderne pratiche termali, i romani hanno fragorosamente portato la cultura dell’idroterapia al suo apogeo nel mondo antico.”
Mentre in Grecia le terme erano appannaggio di clientela benestante ed esclusivamente maschile, i grandi bagni pubblici romani, in quanto gratuiti, erano frequentati da tutti i ceti sociali, quindi anche dai poveri e dagli schiavi. E anche le donne avevano l’accesso alle terme. “Le terme di Caracalla rappresentarono il più grandioso esempio di complesso termale di epoca imperiale di Roma.” Quella di Baiae, nel Golfo di Napoli, invece, fu la più famosa stazione idroterapica in Italia. E poiché i romani, nei territori conquistati, portarono la cultura dei bagni, sorsero stabilimenti termali in tutta Europa: Aix-les-Bains e Vichy in Francia, Baden in Svizzera, Baden- Baden e Wiesbaden in Germania e Bath in Inghilterra.
Le terme seguirono il declino dell’impero romano per poi tornare in auge grazie ai Grand Tour nel continente. “Il tipico Grand Tour, il cui periodo d’oro va dalla fine del XVII secolo alla Rivoluzione Francese, rappresentava per i privilegiati che avevano la fortuna di intraprenderlo, un istruttivo rito di passaggio.” All’epoca il “turista” apparteneva a una classe sociale elevata, aveva una certa preparazione culturale ed era principalmente inglese.
Una delle principali località termali in Europa fu ed è ancora Baden – Baden, che deve la sua fortuna iniziale alla rivoluzione francese. Questa, infatti, causò, verso la cittadina tedesca, un’emigrazione della nobiltà francese che, lì, si organizzò creando eleganti linee di gioielli, profumi e saponi raffinati, e liquori inebrianti, vale a dire prodotti di lusso che ne decretarono il successo. Poi ci fu la musica. “Benchè dall’inizio del XIX secolo alla Prima guerra mondiale tutti i grandi Kurorte dell’Europa centrale potessero vantare una vivace scena musicale, fu sicuramente Baden-Baden in questo ambito, come in molti altri, ad avere la supremazia.” Liszt, Berlioz, Brahms contribuirono a far diventare Baden-Baden una delle capitali europee della musica. Oltre al ballo e ai concerti, arrivò anche il gioco d’azzardo. Grandi frequentatori delle sale da gioco, soprattutto dei tavoli della ruolette, furono i viaggiatori russi. Il primo scrittore russo a recarsi a Baden – Baden fu Gogol. Poi fu la volta di Turgenev, che lì ambientò il suo romanzo “Fumo”. Ma a giungere a Baden – Baden, soprattutto per il gioco d’azzardo, furono due accaniti scommettitori : Tolstoj e Dostoevskij. Quest’ultimo, al vizio del gioco, dedicò il suo romanzo “Il giocatore”- che inizialmente aveva intitolato “Rulettenburg”- per il quale trovò principalmente ispirazione, però, a Weisbaden. Goethe, invece, preferì Karlsbad, Tepliz e Marienbad, località termali della Boemia. A Tepliz, in particolare, nel 1812 avvenne l’incontro tra Goethe e Beethoven. Tutti e due frequentavano regolarmente le terme, anche se Beethoven “non lo faceva per flirtare con le signore o per il gioco d’azzardo: odiava ballare e a quanto sembra non distingueva una carta dall’altra. No, lui andava alle terme nella speranza di alleviare i suoi molteplici disturbi.”
Le stazioni termali, soprattutto quelle tedesche, furono anche sede di riunioni diplomatiche, negoziati di pace e altri intrighi politici ai massimi livelli. Nel 1879, a Bad Gastein, fu sancita, tra Germania e Austria – Ungheria - grazie a Bismarck e Andrassy, rappresentanti delle due nazioni - la Duplice Alleanza, che, nel 1882, divenne, con l’aggiunta dell’Italia e l’arrivo, a Bad Gastein, anche di Francesco Crispi, la Triplice Alleanza.
A Bad Ischl Francesco Giuseppe, nel 1853, incontrò la futura moglie, la principessa Sissi. “I tre o quattro decenni che precedettero la Prima guerra mondiale – gli anni in cui la fin del siècle scivolò senza traumi nella Belle Epoque – rappresentano l’autentico periodo d’oro delle grandi città termali centroeuropee.” E, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, una delle caratteristiche principali delle grandi stazioni termali centroeuropee fu il considerevole aumento della presenza ebraica che provocò iniziali episodi di antisemitismo. Ma il periodo d’oro delle terme stava volgendo al temine. Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, infatti, iniziò per loro un brusco declino dal quale non si sarebbero più riprese. Il 28 giugno 1914, quando il principe ereditario Francesco Ferdinando fu assassinato a Sarajevo, lo zio Francesco Giuseppe si trovava nella sua villa, presso la stazione termale di Bad Ischl che divenne, per le tre settimane successive, sede di “incontri segreti tra l’imperatore e i suoi consiglieri per decidere la sanzioni da infliggere a Belgrado.” E fu nella sua villa di Bad Ischl che l’imperatore Francesco Giuseppe, il mattino del 28 luglio, firmò la dichiarazione di guerra contro la Serbia.
Con la guerra e la conseguente partenza dei giovani, all’industria termale iniziò a mancare la manodopera. Iniziò a scarseggiare qualunque cosa. “La guerra divorava materie prime e denaro con la stessa avidità con cui divorava la carne dei giovani.” I letti ormai vuoti delle cliniche, dei sanatori e degli alberghi vennero occupati dai soldati feriti e dai loro familiari.
“La Prima guerra mondiale e la Grande Depressione avevano impoverito i Kurorte, ma fu solo con la creazione del Terzo Reich che vissero un periodo di abbrutimento e degenerazione dei principi morali di cui furono in gran parte responsabili.” Hitler non era un amante delle terme, al contrario di Himmler, Goebbels e Göring che, invece, le frequentavano. Davos, in Svizzera, fu la meta straniera prescelta dai nazisti facoltosi. Baden – Baden , nei primi anni del Reich, fu dichiarata “zona neutrale”, uno status “che permetteva alla città sia di accogliere stranieri di ogni genere sia, imprescindibile corollario, di evitare la discriminazione razzista a livello municipale.” Questa situazione privilegiata durò fino alle Olimpiadi del 1936. Dopodichè “le politiche antiebraiche ripresero con parecchio vigore, e in questa seconda e più intensa ondata di persecuzioni Baden – Baden fu coinvolta in pieno nell’orrore.” Con la Seconda guerra mondiale le stazioni termali tornarono a ospitare feriti.
Subito dopo la fine della guerra le principali città termali furono occupate dalle forze alleate. E “come la malconcia Europea, le grandi stazioni termali mitteleuropee ritornarono in auge, perlomeno in una certa misura, a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta.”
Gianlorenzo Capano