Massimo L. Salvadori
Ed. Donzelli
pp. 128
“Da Firenze, patria di bellezza, ci mettiamo in gioco. Vogliamo rispondere al cinismo con civismo. Alla divisione con una visione. Alla polemica con la politica… perché la prossima fermata sia davvero l’Italia”. È così che nella stazione ferroviaria Leopolda di Firenze, nel novembre 2010, Matteo Renzi si presentò agli italiani. Lui, il rottamatore. Da sindaco di Firenze a capo di governo più giovane di tutta la storia dell’Italia unita. A lui, alla sua ascesa politica, alla sua esperienza di governo, alle sue doti e alle sue debolezze è dedicato il saggio “Lettera a Matteo Renzi” di Massimo Salvadori, professore emerito dell’Università di Torino.
Un saggio interessante da leggere qualunque siano le idee politiche. In esso Salvadori ricostruisce le premesse di scenario su cui l’esperienza del renzismo si è innestata, e ne ripercorre le tappe politiche, fino ad arrivare alla madre di tutte le riforme: la revisione del sistema costituzionale, approvata dal Parlamento, ma bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016.
Ma chi è Matteo Renzi? Quali sono le possibilità che sia ancora protagonista della politica italiana? A queste domande Salvadori risponde con un’analisi lucida e severa, riconoscendo a Renzi di essere un combattente, un leader coraggioso, ma irruente; che va per le spicce quando occorrerebbe procedere con maggiore prudenza, tatto e sensibilità; privo dell’esperienza di chi lo ha preceduto e di quell’astuzia tipica di alcuni politici; troppo convinto delle sue idee da far apparire una visione futura ottimista come una vera propaganda politica. Propaganda che lo ha portato a scontrarsi con il malcontento della popolazione e alla cocente sconfitta del referendum.
È stato davvero Renzi a perdere il referendum o piuttosto l’Italia? Scrive Salvadori: “Ha perso, ma prima di lei ha perso il Paese. Hanno perso gli italiani che il 4 dicembre hanno votato NO, i quali, poco sensibili o indifferenti ai contenuti specifici della riforma, hanno così inteso esprimere il peso del loro malessere sociale su cui i suoi avversari politici hanno fatto leva”.
Il saggio è stato scritto prima delle primarie. A un mese esatto dalla vittoria di Renzi su Emiliano e Orlando è lecito chiedersi se l’uscita momentanea dalla scena politica ha significato qualcosa. Sicuramente come annuncia Salvadori, la partita è ancora aperta e molto dipenderà da come l’ex premier sceglierà di stare in campo, d’altronde come cita l’autore: “…le qualità di un leader non sono soltanto la volontà e la determinazione. Contano anche le doti dell’attenzione, della valutazione prudente dei passi da compiere, della capacità di ascoltare, prima di scegliere e di prendere le proprie decisioni”. Chissà se la lezione sarà servita?!
Anita Fiaschetti