L’USS Harder, storia di un sommergibile di successo

(di Andrea Mucedola)
22/07/24

Il relitto di un sommergibile della marina statunitense, l’USS Harder, è stato ritrovato a circa 1.000 metri di profondità nel Mar Cinese Meridionale, circa 80 anni dopo la sua ultima missione.

L’USS Harder (SS-257), appartenente alla classe Gato, divenne uno dei battelli più famosi della seconda guerra mondiale, ricevendo la Presidential Unit Citation per i straordinari successi ottenuti in combattimento sotto il comando di Samuel D. Dealey (1906-1944), che ricevette postumo la medaglia d’onore e quattro croci della marina per aver affondato 16 navi nemiche per una stazza totale di oltre 54.000 tonnellate.

Il sommergibile fu impostato dalla Electric Boat Company a Groton, Connecticut, il 1° dicembre 1941 ed entrò in servizio nella marina americana il 2 dicembre 1942. Dopo i primi test al largo della costa orientale degli Stati Uniti, fu destinato a Pearl Harbor, Hawaii, ma nel corso del trasferimento rischiò di terminare prematuramente il suo servizio a causa del fuoco amico. Il 2 maggio 1943, mentre attraversava in superficie il Mar dei Caraibi fu avvistato da un idrovolante PBY Catalina della Marina, ad una distanza di circa 5000 iarde il quale, non riconoscendolo, aprì il fuoco colpendolo sul lato di dritta. Mentre il battello si immergeva in emergenza, il PBY sganciò due bombe che per fortuna non danneggiarono il battello.

Dopo un breve soggiorno a Pearl Harbor, il 7 giugno 1943 l’USS Harder partì per la sua prima missione di guerra al largo delle coste del Giappone, attaccando un convoglio giapponese. Durante l’azione l’USS Harder lanciò quattro siluri, colpendo la nave da trasporto Sagara Maru e riuscendo a ritornare indenne a Midway il 7 luglio. Fu la sua prima missione di successo alla quale ne seguirono altre cinque durante le quali il sommergibile si coprì di gloria. Una sua caratteristica era l’aggressività con cui attaccava il nemico anche quando sottoposto al contrattacco dei caccia di scorta.

Il 13 aprile 1944 un aereo nemico avvistò l’USS Harder a nord delle Caroline occidentali e riferì la sua posizione al cacciatorpediniere giapponese Ikazuchi (foto). Quando la nave nemica si avvicinò a 900 iarde, l’Harder non cercò di scappare ma lanciò una serie di siluri che affondò l’attaccante in solo cinque minuti.

Il suo motto “Hit them Harder” fu riprodotto su un gagliardetto del battello (foto seguente), rendendolo famoso in tutta la marina statunitense.

Quattro giorni dopo individuò una nave mercantile scortata da cacciatorpediniere e lanciò quattro siluri, affondando il mercantile Matsue Maru da 7.000 tonnellate e danneggiando una delle unità di scorta.

Durante la sua quinta missione il 6 giugno entrò nel passaggio di Sibutu, tra Tawi-Tawi e il Borneo settentrionale, e attaccò un convoglio di tre petroliere e due cacciatorpediniere. Sebbene scoperto dal cacciatorpediniere Minazuki, dopo l’immersione rapida, invece di mettersi in salvo lo attaccò con tre siluri a una distanza di 1.100 iarde affondandolo.

La mattina un aereo nemico avvistò l’USS Harder ed un altro cacciatorpediniere, l’Hayanami, si diresse contro di lui. Ancora una volta il sommergibile prese l’iniziativa e lanciò tre siluri a breve distanza e due di loro colpirono il centro della nave, facendo esplodere il deposito munizioni della nave.

Dopo essere sfuggito ai successivi attacchi con le cariche di profondità, l’USS Harder attraversò il Passaggio di Sibutu e si diresse verso la costa nord-orientale del Borneo, avvistando due cacciatorpediniere nemici che pattugliavano la parte più stretta del passaggio, a poche miglia da Tawi-Tawi, che attaccò avvicinandosi a 1.000 iarde con quattro siluri. Due siluri colpirono il Tanikaze, che affondò quasi immediatamente, mentre l’ultimo colpì la seconda nave che esplose con un lampo accecante.

Nel pomeriggio del 10 giugno Harder avvistò una task force giapponese, comprendente tre corazzate e quattro incrociatori con cacciatorpediniere. Un ricognitore individuò il sottomarino a quota periscopio e un’unità  di scorta si diresse a 35 nodi verso la sua posizione. Ancora una volta, Harder reagì lanciando tre siluri e si immerse in profondità per sfuggire all’attacco con carica di profondità. Nel giro di un minuto due siluri fecero esplodere la nave giapponese proprio mentre il battello lo sorpassava a circa 80 piedi più in basso. Le esplosioni assordanti scossero il sottomarino molto più delle bombe di profondità e delle bombe aeree che il nemico infuriato sganciò nelle due ore successive.

Le informazioni raccolte dall’Harder sugli spostamenti della task force giapponese furono di vitale importanza per la flotta dell’ammiraglio Raymond A. Spruance prima della decisiva battaglia del Mar delle Filippine. 

L’USS Harder e l’USS Hake (SS-256) e Haddo (SS-255) lasciarono Fremantle il 5 agosto 1944 per quella che sarebbe stata la sua sesta e, per l’Harder, ultima missione di guerra. Dislocati nel Mar Cinese Meridionale al largo di Luzon, i battelli si portarono a nord.

Il 21 agosto Harder e Haddo si unirono ai sommergibili Ray (SS-271), Guitarro (SS-363) e Raton (SS-270) per effettuare un attacco coordinato contro un convoglio giapponese al largo della baia di Palawan, Mindoro, affondando quattro navi da carico.

Il mattino seguente, Harder e Haddo attaccarono e distrussero tre navi giapponesi al largo di Bataan, e l’Harder affondò le fregate Matsuwa (foto seguente) e Hiburi.

Insaziabile, l’Harder si ricongiunse con il sommergibile Hake al largo di Dasol Bay, alla ricerca di nuovi obiettivi ma, prima dell’alba, nella notte del 24 agosto, furono avvistate due navi che inizialmente identificarono come un dragamine giapponese e il cacciatorpediniere siamese Phra Ruang. Mentre l’USS Hake si avvicinava per attaccare, il cacciatorpediniere accostò verso Dasol Bay e l’Hake dovette interrompere l’avvicinamento, accostando decisamente verso nord. Al termine dell’accostata avvistò però il periscopio di Harder a circa 600-700 iarde più avanti e dovette manovrare per evitare la collisione. Nello stesso momento apparve un’unità di scorta giapponese a circa 2.000 iarde che accostava decisa verso di loro. Per sfuggire all’attacco si immersero in profondità. Alle 07:28 furono sentite le esplosioni di 15 bombe di profondità in lontananza verso poppa … poi più nulla.

Poco dopo mezzogiorno l’Hake tornò in zona trovando solo un anello di boe segnaletiche che coprivano un raggio di mezzo miglio.

Secondo il rapporto della marina giapponese, l’attacco con cariche di profondità aveva affondato un sommergibile e “molto petrolio, trucioli di legno e sughero galleggiavano nelle vicinanze”. La Marina degli Stati Uniti, perso ogni contatto, dichiarò l’USS Harder disperso il 2 gennaio 1945.

La scoperta

Il 22 maggio 2024, Tim Taylor, CEO di Tiburon Subsea, e il progetto Lost 52 hanno annunciato di aver scoperto il relitto dell’Harder nel Mar Cinese Meridionale vicino all’isola settentrionale di Luzon, Filippine. La scoperta di Taylor è stata in seguito confermata dalla Marina degli Stati Uniti sulla base dell’analisi delle riprese video del relitto.

Lo USS Harder si trova in posizione verticale ad una profondità di 3.750 piedi (1.140 m) e presenta una grande apertura sul lato sinistro a poppavia della torretta di comando, probabilmente causata da una carica di profondità.

Dopo 80 anni il glorioso sottomarino americano è stato quindi ritrovato ed è stato dichiarato dalla Marina degli Stati Uniti sacrario di guerra.

Foto: U.S. Navy / web

(articolo originariamente pubblicato su https://www.ocean4future.org)