La NASA ha reso pubbliche, il 30 aprile scorso, le aziende che svilupperanno gli human landing systems (HLS) che porteranno degli esseri umani sulla Luna per la missione Artemis1. Una notizia che conferma l’intenzione dell’amministrazione statunitense e dei suoi partner, tra i quali l’ESA e la JAXA, di voler riprendere la corsa verso la Luna ed il pianeta rosso.
La missione Artemis è una boccata d’aria fresca per il settore spaziale per quanto riguarda la presenza umana nello spazio. Pur avendo avuto in questi anni numerosi astronauti, tra cui diversi italiani, impegnati in missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è da tempo ormai che le agenzie spaziali di tutto il mondo non si spingono oltre, se non con satelliti.
Artemis è sicuramente un programma ambizioso rispetto al passato, in cui la NASA porterà la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna entro il 2024, usando tecnologie innovative per l’esplorazione della superficie lunare. Saranno i primi esseri umani a calpestare la superfice del nostro satellite naturale in questo nuovo millennio, essendo gli ultimi astronauti scesi sulla Luna nell’oramai lontano 1972.
Obiettivo primario della missione è la costituzione di un campo base che dovrebbe essere realizzato per la fine degli anni '20. Consisterebbe in tre moduli principali tra habitat di superficie, piattaforma di mobilità abitativa e veicolo lunare. Dovrebbe supportare missioni della durata fino a due mesi e farà da banco di prova per studiare le tecnologie da utilizzare su Marte. La base rientrerebbe sotto la giurisdizione del Trattato sullo Spazio Extra-atmosferico.
L’obiettivo è creare una esplorazione sostenibile che potrà essere utilizzata per apprendere di più in vista del balzo successivo: l'invio di astronauti su Marte.
La cooperazione del settore privato e commerciale in questo programma è fondamentale. I principali partner sono infatti le aziende che hanno vinto questi ultimi appalti per la missione, ovvero SpaceX, Blue Origin e Dynetics.
"Con questi appalti aggiudicati, l'America sta avanzando con l'ultimo passo necessario per far atterrare gli astronauti sulla Luna entro il 2024, incluso l'incredibile momento in cui vedremo la prima donna mettere piede sulla superficie lunare", ha dichiarato l'amministratore della NASA Jim Bridenstine. "Questa è la prima volta dall'era Apollo che la NASA ha finanziamenti diretti per un sistema di atterraggio umano, e ora abbiamo contratti con aziende private per svolgere il lavoro per il programma Artemis".
Grande soddisfazione soprattutto per SpaceX. Fondata nel 2002, il visionario fondatore e AD Elon Musk, non ha mai fatto mistero del fatto che l’azienda fosse nata con l’ambizioso intento di portare l’uomo su Marte. Per farlo, l’azienda si è posta come obiettivo principale quello di costruire un razzo riutilizzabile semplice e relativamente economico, in grado di essere lanciato svariate volte con le stesse capacità dei moderni aeromobili. L’appalto vinto da SpaceX è infatti relativo al veicolo spaziale, che la società sta già sviluppando per aiutare a colonizzare Marte ed altre attività connesse all’esplorazione. L'astronave si staccherà dalla Terra in cima a un enorme razzo denominato Super Heavy, ma l'astronave atterrerà e partirà da sola sulla Luna e su Marte, senza la necessità di altri veicoli.
Blue Origin invece guiderà una cosiddetta "squadra nazionale" che comprende i partner Lockheed Martin, Northrop Grumman e Draper. La proposta sfrutta l'esperienza di Lockheed Martin, Northrop Grumman e Draper nel produrre un lander a tre stadi. Ogni fase, o elemento, viene lanciato separatamente a bordo dei veicoli di lancio New Glenn e Vulcan. La "squadra nazionale" ha forti legami con entrambi i veicoli di lancio. New Glenn è gestito da Blue Origin e Vulcan utilizza il motore BE-4 di Blue Origin e i potenti booster a razzo GEM-63XL di Northrop Grumman.