L'onorevole Gianluca Rizzo è da poco presidente della commissione Difesa della Camera. Parliamo di un organo fondamentale anche per la semplice informazione dei cittadini. Un esempio? La trasparenza DOVUTA attraverso i media che nel precedente regime era negata: quello che per un giornalista era un "dato non disponibile" (v.articolo), lo è diventato su iniziativa di qualche parlamentare...
Onorevole Rizzo, da precedente membro della commissione come ha vissuto la nomina?
Per me è stata una grande emozione. Ho pensato a quando sono entrato qui la prima volta cinque anni fa, al lavoro fatto con i miei colleghi, alle difficoltà che abbiamo incontrato. Nel mio breve discorso d’insediamento ho chiesto la collaborazione di tutti ed ho assicurato che svolgerò le mie funzioni con l’imparzialità istituzionale che la carica richiede. Sarò un presidente di garanzia per tutti.
Può spiegare ai lettori quali sono i compiti della commissione?
La Commissione difesa è la IV° Commissione Permanente della Camera dei Deputati. Partecipa alla formazione del processo legislativo sia in sede consultiva che referente. In alcuni casi eccezionali, quando l’unanimità dei gruppi lo richiede, può agire con i poteri stessi dell’Assemblea (sede legislativa). Svolge audizioni e indagini conoscitive. È il luogo del confronto con il governo sia nell’esame dei disegni e dei decreti legge, sia nella discussione di pareri o di risoluzioni. Qui i deputati possono interrogare il ministro della Difesa e chiederne conto di fatti e scelte politiche di sua competenza.
Il Paese ha vissuto una netta discontinuità nell'esecutivo. Avverrà qualcosa di simile sotto la sua presidenza?
Personalmente ho avuto due presidenti nella scorsa legislatura gli onorevoli Elio Vito e Francesco Saverio Garofani. Due impronte differenti nel metodo, ma che comunque hanno permesso di svolgere un ottimo lavoro in Commissione. Con loro abbiamo avuto modo di discutere ovviamente, ma mai tale discussione ha trasceso la corretta dialettica politica. La Presidenza della Commissione ha come caratteristica principale il ruolo di garanzia nei confronti di tutti i componenti e cercherò di svolgere questo compito al meglio. Certo vorrei rendere più fruibile all’esterno l’accesso al materiale e agli atti sottoposti a parere. Spesso si tratta di sistemi d’arma e in molti casi si è preferito non pubblicare su internet i testi integrali per, secondo me, un’eccessiva volontà di riservatezza. Nel limite del possibile vorrei aprire alla società civile. Solo con la trasparenza possiamo riavvicinare i cittadini alla politica e alla partecipazione.
Quali sono a suo avviso le priorità nel campo della Difesa? I diritti del personale?
Sono stato per due anni componente la Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito e mi porto dietro questa cicatrice: per me il diritto alla salute dei cittadini in uniforme è un punto dirimente. I diritti del personale andranno affrontati inoltre alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto per i militari di associarsi in sindacato. Non dimentichiamo poi il ruolo decisivo che la Difesa ricopre per la sicurezza e a favore della pace. L’Italia è impegnata in molte missioni internazionali e i nostri militari si fanno onore in diversi contesti ma è necessario dare un senso ed attualizzare questo impegno alla luce anche delle nuove minacce e situazioni di crisi.
Ha conosciuto molti uomini e donne in divisa in questi anni. Che opinione ha di loro?
Sono fiero delle nostre Forze Armate, gli uomini e le donne in divisa rappresentano una grande risorsa per il Paese. Nei cinque anni della mia prima legislatura ho, con i miei colleghi, girato in lungo e largo per caserme, porti, aeroporti e poligoni militari cercando di conoscere il più possibile il loro lavoro e i loro bisogni. Il fattore umano è decisivo per riscattare l’Italia dall’attuale situazione di declino. Oltre agli uomini e le donne in divisa vorrei ricordare anche gli oltre trentamila lavoratori e lavoratrici civili della Difesa: anche loro rappresentano una risorsa importante e una professionalità da non disperdere.
E dei vertici, eredità diretta del precedente governo?
I vertici militari, che sto incontrando in questi giorni, mi hanno tutti confermato la volontà di collaborare con il Parlamento. Vedo un clima costruttivo che una precondizione fondamentale per lavorare bene nell’interesse del Paese.
Negli ultimi anni è avvenuta una metodica censura di quella che per lustri era stata un'encomiabile apertura del mondo militare. Potremo sperare di poter raccontare liberamente ai concittadini la verità in futuro?
La possibilità di organizzarsi in sindacati ed associazioni superando l’impostazione gerarchica della vecchia Rappresentanza Militare aiuterà anche a risolvere qualche problema eccessivo di censura del pensiero del personale militare. Siamo in una nuova fase e anche questo fa parte della modernizzazione delle Forze Armate. Vorremmo inoltre favorire il lavoro dei giornalisti nel raccontare le Forze Armate e più in generale sollecitare una maggiore attenzione dei mass media, attenzione anche critica, al mondo della Difesa nel senso più ampio. Vorremmo che questi grandi temi fossero patrimonio dell'opinione pubblica e non esclusivo appannaggio di pochi specialisti. La Difesa deve essere percepita come un bene comune in piena sintonia con la lettera e lo spirito dell'art.52 della Costituzione.
Lei appartiene al movimento 5 Stelle. Farà "sconti" al governo?
Non si tratta di fare sconti al governo ma semmai di condividere le migliori idee e proposte per aiutarlo in questa impresa di cambiare il Paese. Non sarà facile, ma siamo fiduciosi e abbiamo il dovere di provarci.
(foto: Difesa Online)