Come politico c'è chi dice che non ebbe un grande successo, fatto sta che accumulò un enorme patrimonio e quando non poté più esercitare, causa un certo numero di scandali, abbandonò tutte le attività politiche per dedicarsi all'ozio dello storico e del letterato...
E' autore della Congiura di Catilina, La guerra giugurtina e le Storie, di cui restano numerosi frammenti... e grazie alle sue opere che diventò uno degli storici più famosi della latinità.
Dopo aver letto la congiura di Catilina (63 a.C.) sono passato alla guerra di Giugurta e in quest'opera ho trovato quegli spunti di riflessione che vado generalmente cercando nei testi antichi, notizie particolari, nomi di popoli e nazioni, loro origini, invasioni.
Ma andiamo per ordine.
Chi era Giugurta?
In che periodo visse?
Quali grandi imprese compì?
Per rispondere a queste domande occorre tornare indietro nel tempo, fino al 230 avanti Cristo, quando i Romani combattevano contro Cartagine per la conquista del Mediterraneo!
In quel periodo le alleanze si creavano e si disfacevano così come accade oggi. Uno degli alleati Romani era il Re di Numidia, regno che occupava parte dell'Africa del Nord.
Uno dei Re di Numidia che appoggiò Roma nella sua guerra contro Cartagine si chiamava Masinissa che, alla sua morte, lasciò il regno all'unico figlio sopravvissuto, Micipsa. Micipsa a sua volta generò due figli, Aderbale e Lempsale e adottò il nipote Giugurta, figlio di un suo fratello morto di malattia. Alla morte di Micipsa, Giugurta, valoroso in guerra e benvoluto dai suoi uomini pensa bene di prendersi il regno con la forza e non esita a eliminare i fratellastri comprandosi l'appoggio dei Senatori romani affinché nessuno si preoccupasse di lui e di ciò che accadeva nella lontana provincia di Numidia. Siamo nel 111 a.C. e sta iniziando la guerra di Roma contro Giugurta.
Come mai Sallustio si occupò di questa guerra? Potrete chiedervi.
Semplice, Sallustio dopo la guerra civile del 49 a.C., che vede Cesare vittorioso salire al potere, come ricompensa per i suoi servigi fu nominato governatore della provincia dell'Africa nova e qui ebbe probabilmente tutto il tempo di raccogliere libri e tradizioni orali.
Sono proprio queste notizie, comunque Sallustio le abbia ottenute, che mi interessano!
Ma facciamo parlare Sallustio: "benché non condivida l'opinione divulgata dai più, tuttavia riferirò nel modo più breve possibile, secondo quanto ci è stato tradotto dei libri punici, che vengono attribuiti al re Iempsale, e secondo le opinioni degli abitanti di quella terra".
Ecco dunque da dove vengono le notizie.
Così Sallustio ci racconta che i primi popoli che abitarono l'Africa erano detti Getuli e Libii ed erano rozzi e barbari, non avevano leggi ne capo, ed erano vagabondi.Poi arrivò Ercole alla testa del suo esercito composto da Medi, Persiani e Armeni, un esercito stranamente assortito ed infatti, morto il grande condottiero, cosa che secondo gli Africani accadde in Spagna, l'esercito si sciolse e così accadde del suo regno, se mai ne ebbe uno!
I Persiani si stanziarono nei pressi dell'Oceano, nel territorio dei Getuli, e usarono le chiglie delle loro navi come capanne in quanto pare non vi fosse legna nelle vicinanze. Il tempo passava e Persiani e Getuli divennero un unico popolo che era uso spostarsi frequentemente, da ciò gli derivò il nome di "Nomadi", forse dal greco "nomades", cioè "vaganti". Il nome col tempo divenne "Numidi" e il loro territorio "Numidia". Ancora ai tempi di Sallustio le loro capanne erano costruite a forma di chiglia di nave rovesciata, il nome di queste abitazioni era "mapalia".
I medi e gli Armeni invece si mescolarono con i Libi e cominciarono a sviluppare rapporti commerciali con la Spagna. I Libi, nella loro lingua, chiamavano Mauri i nuovi arrivati che pian piano presero appunto a chiamarsi "Mauri" e dimenticarono quello di Medi.
In seguito, dice Sallustio, arrivarono i Fenici che fondarono alcune città lungo la costa, tra queste Ippona, Adrumento e Leptis, tra le due Sirti, e poi Cartagine.A sud della Numidia vi erano ancora dei Getuli e ancora più a sud gli Etiopi, ai confini con le cosiddette "terre bruciate", il deserto! Infatti Etiope significa "dal volto bruciato".
E così abbiamo parlato brevemente delle antiche popolazioni del nord Africa, così come Sallustio affermava aver appreso dalle traduzioni dei libri punici.
Eppure da un libro come la guerra giugurtina si possono trarre anche altri ammaestramenti, più profondi, di politica e strategia. Ammaestramenti che discendono da considerazioni generali sui fatti e sulla situazione politica del mondo di quei tempi e delle forze in gioco.
A te il testimone, caro lettore...
Alessandro Rugolo