Chi sono gli autori?
Gershon Dublon è studente di PhD al Media Lab presso il MIT mentre Joseph A. Paradiso è professore associato di arte e scienze dei media presso lo stesso istituto americano.
Su cosa stanno lavorando?
L'articolo riferisce gli sviluppi di un progetto di ricerca sull'impiego massivo di sensori e sulla analisi, interpretazione e rappresentazione spaziale delle informazioni raccolte.
Gli autori hanno sviluppato un programma in grado di gestire, interpretare e rappresentare i differenti segnali raccolti con differenti tipi di sensori, programma che consentirebbe di visualizzare e controllare da differenti punti di vista un determinato ambiente.
Il titolo del riquadro esplicativo è molto chiaro: "Il browser della realtà". Il programma consente di navigare all'interno del Media Lab del MIT e "vedere" in tempo reale tutto ciò che accade, sentire i suoni degli ambienti, conoscere la temperatura, la luminosità, controllare la presenza di persone e così via...
Gli autori si spingono a indicare possibili utilizzi commerciali sia possibili aree di interesse da sviluppare e possibili riflessi sulla privacy.
Chi è interessato troverà l'articolo nella maggior parte delle biblioteche pubbliche, Le Scienze normalmente è una delle poche riviste che viene acquistata dalle biblioteche.
Io vorrei però dire la mia sull'argomento, soprattutto dal punto di vista della privacy e della sostenibilità di un simile progetto nel tempo.
Io non sarei per niente contento di vivere in un mondo in cui c'è sempre qualcuno che può vedermi o sentirmi mentre mi soffio il naso o canto sotto la doccia, ma questo è un punto di vista personale, vi sono anche vantaggi dal vivere in un mondo simile, soprattutto nel campo della sicurezza.
Quello che però credo sarà il vero problema di un mondo siffatto è legato all'enorme numero di sensori necessario e alla potenza di calcolo e di immagazzinamento delle informazioni con le conseguenti necessità di risorse energetiche impiegate per tutto ciò. Non voglio fare un'analisi quantitativa di un progetto simile anche perché non sono in possesso dei dati di base del progetto ma vorrei porre l'attenzione sul fattore "sostenibilità" attraverso una semplice analisi qualitativa.
Occorre considerare che la maggior parte dei circuiti utilizzati per la sensoristica contiene elementi rari o comunque di ridotta disponibilità, come pure i circuiti elettronici impiegati per la produzione di processori di calcolo e memorie.
E' sostenibile un mondo in cui tutti gli ambienti saranno controllati da sensori? Ritengo di no.
L'impiego massiccio di sensoristica farà si che i materiali di base diventino sempre più rari e quindi costosi.
Già oggi gli USA controllano la produzione mondiale e il consumo (e riciclo) di tanti minerali proprio per essere in grado di prendere decisioni per tempo su un possibile problema di scarsità di risorse, un progetto simile penso potrebbe essere molto "demanding" da questo punto di vista.
Un'altra piccola considerazione. La raccolta di dati da diversi sensori necessita l'impiego di complicati sistemi informatici capaci di raccogliere, analizzare e fondere le informazioni ricevute per arrivare a presentare le informazioni attraverso metodi e sistemi di vario tipo, tutte cose alla base, tra l'altro, dei sistemi militari di Comando e Controllo.
Quale sarà dunque l'impiego (ufficiale o meno) di un sistema simile da parte delle strutture militari?
Sostenibilità e impiego nel campo dello spionaggio e del Comando e Controllo sono due punti che andrebbero analizzati attentamente e che potrebbero determinare successo o insuccesso di un simile progetto.
Alessandro Rugolo