Quella del generale Villi Lenzini è una carriera completa: l'accademia militare, le varie assegnazioni, la guerra fredda, le missioni in Italia ed all'estero, l'abolizione della leva, la professionalizzazione delle forze armate...
Una storia come tante?
No. Questo perché qui la variante non è nel percorso, è nell'autore.
A mio avviso il principale pregio del cadetto/s.ten./ten./cap... Villi Lenzini è che, pur profondamente convinto del ruolo e dell'importanza dei militari nella società non è mai l'Oreste Jacovacci, interpretato da Alberto Sordi, ne La Grande Guerra per cui di fronte ai superiori anche il più povero rancio è <Ottimo ed abbondante!>.
Durante l'intera carriera è il generale che risponde <Invece è uno schifo, niente grassi e poca pasta...>, che poi riconosce <lo so che il rancio meglio di così non si può fare...> ma anche – e qui fermiamo il film - l'uomo che di fronte al dolo, all'ingiustizia od alla corruzione non si gira mai dall'altra parte.
Il libro è diviso in 49 capitoli che rappresentano momenti chiave od episodi memorabili, nel bene o nel male, dei quarant'anni di vita in divisa di un autore che non cerca in alcun momento di ammaliare il lettore, è sempre se stesso.
Si potranno condividere o meno certe considerazioni od azioni di comando ma sicuramente, fino all'ultima pagina, non si riuscirà mai a dubitare della buona fede.
Cosa ho tratto dalla lettura di 49 sfumature in grigio verde - Fatti, misfatti e verità vissuti con le stellette dal 1969 al 2009?
Indirettamente un insegnamento profondo, una lezione che solo un militare retto e che al contempo ha subito profonde ingiustizie e mortificazioni può regalare: l'amore ed il rispetto per la bandiera.
Pur avendo prestato anni addietro giuramento alla stessa, visto l'andamento fallimentare - talvolta ignobile - del paese, l'avrei in precedenza sostituita con qualcosa di nuovo. L'amore di Lenzini per il vessillo nazionale mi ha fatto riflettere su quanti concittadini siano passati, sfilati o caduti ai suoi piedi. Rappresenta l'essenza sacra dell'Italia che trascende ogni presente.
In ogni lettore il libro susciterà un diverso sentimento, sicuramente qualcuno si incazzerà, per quanto mi riguarda il risultato è quindi “gratitudine”.
Concludo con una considerazione: di certo non aiuta una carriera essere tanto schietti, tuttavia se meno “Jacovacci” e più “Lenzini” occupassero i posti chiave delle gerarchie militari e civili italiane, non avremmo aperte certe imbarazzanti situazioni a livello internazionale.
Andrea Cucco