Luigi Cortelletti
Ed. Gino Rossato, Novale - Valdagno (VI) 2011
pagg. 189
“L’attenzione di quasi tutta la pubblicistica sulla Grande Guerra, ma anche su altri conflitti nelle più diverse epoche, si concentra molto spesso sul susseguirsi degli avvenimenti bellici, sui reparti coinvolti, in alcuni casi con un approfondimento sulle scelte strategiche e tattiche da cui traggono origine.
Quasi mai vengono messi in risalto gli sforzi compiuti da chi ha costruito le strade su cui le truppe hanno marciato ed i baraccamenti in cui hanno vissuto, da chi ha gittato i ponti che hanno permesso il superamento di un corso d’acqua, da chi ha operato perché le informazioni e gli ordini venissero trasmessi, da chi ha scavato le gallerie che hanno portato all’esplosione di una mina ed alla conquista di una vetta.”
Con questo libro, Luigi Cortelletti, autore di numerose pubblicazioni relative soprattutto al periodo della Grande Guerra, ha voluto rendere omaggio agli uomini dell’Arma del Genio, che hanno svolto il loro compito spesso nell’ombra, ma non per questo lontano dai pericoli. Diverse sono le specialità che costituiscono quest’Arma. Abbiamo il 1° e il 2° reggimento Genio (Zappatori), i cui compiti principali sono la sistemazione e la fortificazione dei campi di battaglia, ma vengono “impiegati in operazioni propedeutiche all’assalto dei fanti, come quella del taglio dei reticolati o della loro distruzione tramite il brillamento dei tubi di gelatina.”
All’interno dei reggimenti zappatori vi sono alcune specializzazioni: i telefonisti, i pompieri, il reparto,costituito nel corso del primo anno di guerra, destinato all’impiego dei lanciafiamme, e quello, costituito nel 1916, destinato al lancio di gas. Il reparto lanciaruote Cantono, prende il nome “dallo strumento utilizzato, il lanciaruote Cantono, una sorta di catapulta in grado di lanciare delle speciali ruote tagliafili specificatamente studiate per l’apertura di varchi nei reticolati.”
Il 3° reggimento Genio è quello dei Telegrafisti. A loro spetta il delicatissimo e fondamentale compito di mantenere i collegamenti tra le truppe, impiegando diversi mezzi di comunicazione, dai colombi al radiotelegrafo. Trecento sono le stazioni radiotelegrafiche che risulteranno operative nel corso del conflitto dove, tra l’altro, quando ci si rende conto dell’importanza del disturbare le comunicazioni radiotelegrafiche avversarie, si costituisce un primo embrione di guerra elettronica.
L’utilizzo, invece, dei colombi viaggiatori, si incrementerà nel corso del conflitto, con l’impiego di colombaie fisse e mobili. Il 4° reggimento è quello dei Pontieri. “Il problema di permettere ad un esercito di attraversare un corso d’acqua è vecchio almeno quanto la guerra stessa, ed è proprio questo il compito a cui sono chiamati i reparti pontieri appartenenti all’Arma del Genio.” Ad esso appartengono anche i Lagunari, con il compito di gestire i trasporti militari sia nella laguna di Venezia che lungo il corso del Po.
Il 5° reggimento, quello dei Minatori, comprende anche i Motoristi e i Teleferisti. I Ferrovieri, cui spetta il mantenimento della rete ferroviaria e la conduzione dei convogli militari, appartengono al 6° reggimento. Le opere compiute tra il 1915 e il 1918 da parte dei reparti del Genio sono ancora visibili, soprattutto in zone quali il monte Pasubio, il monte Grappa e il Piave.
“Tenace, infaticabile e modesta, scavando la dura trincea, o gittando per ogni ponte una superba sfida al nemico, riannodando sotto l’uragano del ferro e del fuoco i tenui fili onde passa l’intelligenza regolatrice della battaglia, lanciandosi all’assalto in epica gara coi fanti, prodigò sacrifici ed eroismi per la grandezza della Patria.
Guerra 1915-1918”
Questa la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare, concessa, con Regio Decreto del 5 giugno 1920, all’Arma del Genio. Ad essa vanno aggiunte la 18 Medaglie al Valor Militare concesse ai singoli, rispettivamente 18 d’oro, 1.280 d’argento e 2.729 di bronzo.
Gianlorenzo Capano