La crisi da variante delta del Sars-Cov-2 in Italia è cominciata da circa 10 giorni: fino al termine della prima decade di settembre non assisteremo a un calo visibile e continuo del numero dei nuovi casi. Fra qui e allora colpirà nel nostro Paese fra un milione e un milione e trecentomila persone e causerà la morte di mille-duemila, in massima parte immunodepressi.
Richiederà, inoltre, più di cinquemila posti letto ospedalieri e metterà meno di un migliaio di pazienti nelle condizioni di richiedere la ventilazione assistita.
Nessuna profezia: è solo un paragone con quello che sta succedendo nel Regno Unito.
Non si vede perché non dovrebbe capitarci lo stesso dato che negli ultimi due anni Roma e Londra hanno assistito alle stesse tragedie, in termini numerici.
Così, possiamo dire che sarà anche per questa nuova ondata, che al di là della Manica ha già scavalcato il picco e si avvia a esaurirsi nel giro di un mese o poco più.
Ma lasciamo parlare i numeri, prendendo come raffronto dei periodi di 50 giorni (30 per il calcolo dei decessi) in cui in Gran Bretagna hanno visto salire e iniziare a declinare ben tre picchi del Covid-19 negli ultimi dodici mesi:
1° ottobre 2020 – 19 novembre 2020: all’incirca 975.000 nuovi casi, 9.631 morti (per il periodo 21 ottobre – 19 novembre), un picco di 14.490 letti ospedalieri occupati da “positivi” con sintomi importanti di cui 1.241 sotto ventilazione.
1° dicembre 2020 – 19 gennaio 2021: ben 1,8 milioni di nuovi casi, 23.891 morti (per il periodo 21 dicembre – 19 gennaio), un picco di 34.336 letti ospedalieri per i pazienti COVID dei quali 3.603 con ventilazione.
6 giugno 2021 – 25 luglio 2021: quasi 1,2 milioni di nuovi casi, 1.069 morti (per il periodo dal 26 giugno), 4.401 posti letto occupati da pazienti della pandemia, dei quali 625 con ventilazione.
L’effetto della campagna vaccinale si nota più nel paragone con la seconda ondata (quella più piccola dell’autunno) che con la terza (quella del periodo delle Feste), perché il numero di casi è più vicino e lo scenario di partenza è sempre quello di un periodo quasi “COVID-free” (l’anno scorso l’estate, quest’anno la primavera), prima del ritorno in grande stile del virus. Perciò, contano molto i morti ridotti all’incirca a un decimo, i quasi 10.000 posti letto in ospedale non occupati dai “positivi” più sfortunati e soprattutto il bisogno di ventilazione ridotto di quattro quinti. E questo, è ben notarlo, nonostante i casi siano oggi un terzo in più che in autunno.
La variante delta in India la scorsa primavera, in uno scenario caratterizzato dall’assenza di vaccinazioni, ha seguito un ciclo di circa dodici settimane, con una partenza “lenta” durante il mese di marzo, una crescita esponenziale fra aprile e la prima settimana di maggio e una caduta imponente del numero di casi fra il secondo weekend di maggio e la metà di giugno.
L’andamento della curva è sovrapponibile a quanto sta succedendo in Gran Bretagna: probabilmente è lo stesso che succederà in Italia. Teniamo ben presente che i vaccini anti-COVID, come quelli anti-influenza, non impediscono al virus di infettare ma ne riducono in modo evidente la capacità di nuocere gravemente.
Ciò detto, tenetevi forte perché la nuova ondata non si esaurirà prima della metà di ottobre da noi. Continuate anche a vaccinarvi e a far vaccinare i vostri figli maggiori di 12 anni, perché nei Paesi dove sono stati somministrati i vaccini euro-americani approvati da EMA, FDA e MHRA (le agenzie del farmaco europea, americana e britannica) i danni fatti dalla quarta ondata alle persone, alla loro salute ma soprattutto alla loro libertà sembrano molto contenuti.
Seguite i casi del Regno Unito, della Francia e di Israele e paragonateli in modo serio a quelli di Emirati Arabi, Cile e altri Paesi dove hanno scelto i poco efficaci vaccini cinesi, o al caso russo, dove la popolazione ha rifiutato in massa qualunque vaccinazione. Noterete come la letalità, in Cile come in Russia, sia a dir poco spaventosa rispetto ai Paesi che si sono immunizzati come l’Italia. Nel caso russo, ci giungono notizie su un numero di morti effettivo ben superiore agli 800 casi giornalieri dichiarati: per Mosca, è la più grande mortalità dai tempi della Seconda guerra mondiale!
In conclusione, un’ultima nota: non vi aspettate che la pandemia si esaurirà prima del 2023 o 2024: è probabile che faccia come l’unica grande pandemia causata da un coronavirus, quella iniziata nel 1889 e durata, con diverse ondate, fino all’inizio del 1895. Allacciate le cinture, amici lettori…
Grafici: worldometers.info/coronavirus