La risoluzione Onu per l’intervento in Libia autorizzando l’uso della forza contro il traffico dei migranti pare risulti impossibile, il responsabile della diplomazia Ue, Federica Mogherini, ha chiesto lo scorso maggio l’appoggio dell'Onu alla proposta di risoluzione, per contrastare i trafficanti, abbozzata dai membri Ue del Consiglio di sicurezza (Regno Unito, Francia, Lituania e Spagna), autorizzando l’uso della forza in acque territoriali libiche.
Il documento necessita del via libera del governo libico che ha inviato un proprio rappresentante a Bruxelles che ha però, già escluso l’ipotetica soluzione.
La bozza della Risoluzione, in origine prevedeva operazioni nelle acque territoriali, in quelle nazionali, e anche nei porti, se fosse stato necessario, per rendere non operativi i barconi. La Russia, in principal modo, aveva sollevato obiezioni in quanto temeva che un uso della forza poteva aprire la strada ad una nuova guerra nel Mediterraneo. Il fermo attuale di tale risoluzione è dovuto al fatto che necessità del consenso delle autorità locali, consenso che si pone in modo complicato.
Attualmente infatti, in Libia due sono le fazioni in lotta fra loro: il governo riconosciuto di Tobruk e quello islamico che di fatto controlla proprio Tripoli e gran parte del territorio da dove partono i barconi.
Visti i vincoli diretti e indiretti con Isis e con altre fazioni radicali islamiche, i gruppi che controllano Tripoli non hanno alcun interesse a fare questo accordo, o ad accettare la mediazione dell’inviato Onu Berardino Leon, per un governo di unità nazionale.
Tobruk vorrebbe dal suo canto l’appoggio della comunità internazionale e sostenere la sua offensiva per riconquistare l’intero paese. Le premesse all’accordo sono dunque irrealizzabili.
Tuttavia, l’inviato Onu Bernardino Leon, dal Forum mondiale americano-islamico a Doha, in Qatar, afferma che la maggior parte delle fazioni "ora appoggia una soluzione politica" ribadendo che non può esserci "soluzione militare" alla crisi, perché nessuna delle parti "è abbastanza forte per vincere". Infatti come già accennato, sul fronte della lotta ai trafficanti di esseri umani che gestiscono i flussi migratori sulle coste libiche, le autorità di Tobruk continuano ad esprimere la loro opposizione a una risoluzione Onu che dia il via libera al piano militare europeo.
"La posizione della Libia è chiara - ha dichiarato alla France presse l’ambasciatore libico all'Onu, Ibrahim Dabbashi (foto) - fino a quando l'Unione europea e alcuni altri Paesi non ne discuteranno con il legittimo governo, in quanto unico rappresentante del popolo libico, non ci sarà alcun consenso da parte nostra".