Ritorno a Danzica. Le guerre del passato nell’agenda dei conflitti futuri

(di Nicola Cristadoro, Gianluca Bonci)
10/09/24

È passato poco più di un secolo dalla firma del Trattato di Versailles del 28 giugno 1919, con cui fu istituito il “Corridoio di Danzica” per dare uno sbocco sul Mar Baltico alla Polonia da poco ricostituita. Tale decisione determinò la separazione della Prussia Occidentale da quella Orientale. La Prussia, cioè una significativa porzione della Germania, risultò dunque scissa in due parti e si trattava di una divisione fisica, non politica come sarebbe accaduto dopo la sconfitta della II Guerra Mondiale, con la creazione delle due realtà statuali della Germania Est e dell’Ovest.

Dal gennaio 1945 la Polonia fu progressivamente occupata dalle truppe sovietiche che, nei cinque mesi dell’offensiva della Prussia orientale, espulsero e, in molti casi deportarono, la totalità della popolazione tedesca che viveva in quell’area. Molti di quei Tedeschi andarono a popolare quella che divenne la Germania Est.

Sempre alla fine della II Guerra Mondiale, ricordiamo che la Polonia fu costretta a cedere i territori orientali annessi dall’Unione Sovietica e ad acquisire la Slesia e la Prussia a spese della Germania e, pertanto, il corridoio di Danzica divenne parte integrante del nuovo stato polacco.

Il rapporto polacco-tedesco non è mai stato facile. Il processo di riconciliazione avviato da Willy Brandt ed Egon Bahr negli anni '70 è stato lento e arduo ed è sfociato infine in uno storico “Trattato di buon vicinato.” In seguito, la Germania ha sostenuto con vigore l’adesione della Polonia alla NATO e all’UE, portando le relazioni polacco-tedesche a un livello decisamente elevato. Negli ultimi due decenni, poi, entrambi i vicini hanno sviluppato percezioni reciproche positive e la maggioranza dei cittadini dei due paesi è convinta che le relazioni bilaterali siano piuttosto buone. L’impressione era che, una volta per tutte, le animosità storiche fossero state superate. La riconciliazione ha avuto un tale successo che alcuni politologi hanno persino ipotizzato che Varsavia potesse sostituire Parigi nei rapporti instaurati dalla Germania in seno alla politica europea, o almeno, che il tandem franco-tedesco potesse essere ampliato in un trio di leadership.

Molte cose sono cambiate in Polonia dal 2016, quando è subentrato nell’agone politico di Varsavia il partito di estrema destra “Diritto e Giustizia” (Prawo i Sprawiedliwość - PiS). I leader del PiS, partito caratterizzato da sentimenti ultranazionalisti, hanno alimentato con forza il sentimento anti-tedesco in chiave populista.

Al vertice di Varsavia tenuto dai partiti dell’estrema destra europea nel dicembre 2021, il presidente del PiS Jarosław Kaczyński ha presentato la propria prospettiva geopolitica, mettendo in guardia non solo contro un’Europa indebolita dal “politicamente corretto” e da istituzioni fondate sull’illusione di un demos europeo, ma anche contro la Germania contemporanea, indicando le presunte aspirazioni egemoniche di Berlino di soggiogare l’Unione europea con mezzi istituzionali - vale a dire con la federalizzazione - e arrivando persino a usare la metafora del “Quarto Reich” tedesco.

Al di là dei fanatismi delle frange oltranziste, ci sono altri punti controversi che oggi minano nuovamente la stabilità delle relazioni bilaterali.

Il primo è il futuro del gasdotto Nord Stream 2. È noto che in seguito ai problemi finanziari per il suo completamento e la sua attivazione e, nondimeno, a quelli derivati dai sabotaggi del settembre 2022 che lo hanno reso inutilizzabile, la Polonia lo ha sempre considerato una minaccia strategica per la sicurezza energetica europea. Al riguardo, nel dicembre 2021, il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, invitava il cancelliere tedesco Olaf Scholz a opporsi all’avvio del Nord Stream 2 e a non cedere alle pressioni della Russia. In visita a Roma, Morawiecki dichiarava: “Chiederò al Cancelliere Scholz di non cedere alle pressioni della Russia e di non permettere che il Nord Stream 2 sia usato come strumento di ricatto contro l’Ucraina, uno strumento di ricatto contro la Polonia, uno strumento di ricatto contro l’Unione Europea.”1 Nel merito, prima dell’attacco russo all’Ucraina, la Polonia ha anche paventato flashback storici con Berlino e Mosca che stringono accordi alle spalle di una Varsavia stretta tra i due stati infingardi e lo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky – riferendosi al contestato gasdotto – l’ha definito apertamente “una pericolosa arma geopolitica”.

Il secondo è la gestione delle aspettative dell’UE. L’attuale governo polacco fatica a comprendere e, di fatto, non ha alcuna intenzione, di aderire alle richieste di rispetto dello stato di diritto. La Polonia ha recentemente avocato a sé un nuovo ruolo, con la protezione del confine orientale dell’UE dai flussi migratori incontrollati, usati come arma di ricatto dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko. Inoltre, un’ulteriore federalizzazione dell’UE è esattamente l’opposto di ciò che vuole in questo momento il governo di Varsavia. Allo stesso tempo, anche se esiste un’opportunità per una cooperazione costruttiva in questo campo, appare evidente che Berlino e Varsavia spingeranno Bruxelles in direzioni opposte.

Un terzo aspetto è legato agli strascichi che ancora derivano dalla II Seconda Guerra Mondiale, con l’intenzione polacca di chiedere un risarcimento per i danni bellici subiti dall’invasione tedesca prima e, successivamente, dal mancato indennizzo da parte sovietica2. Tale richiesta non è solo uno strumento per strumentalizzare la storia per obiettivi politici, ma anche una manifestazione della concezione geopolitica dei nazional-conservatori polacchi. Questi principi, nella loro teatrale esternazione in vari contesti interni ed esterni al paese, di fatto contribuiscono a minare le relazioni polacco-tedesche.

Altre questioni, in misura maggiore o minore, mostrano il crescente livello di estraniamento tra Varsavia e Berlino, come il litigio sullo status dei polacchi, l’insegnamento della lingua polacca in Germania o le opinioni divergenti sulla politica climatica ed energetica, con al centro l’eliminazione graduale del carbone e i piani per nuove centrali nucleari. C’è da aspettarsi che a livello diplomatico il dialogo polacco-tedesco rimanga freddo e riservato. E sullo sfondo aleggia sempre l’ombra minacciosa del PiS.

A che pro questa introduzione di sintetiche reminiscenze storiche? Semplicemente per dire che, se condividiamo la teoria dei “corsi e ricorsi” enunciata da Vico, ecco ripresentarsi le problematiche dei rapporti intercorrenti tra Polonia, Germania e Russia. Acredini mai sopite che hanno covato per decenni sotto la cenere, in attesa di riemergere quando si fosse presentata l’occasione. E l’occasione si è presentata ora, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e tutto quello che ne è immediatamente conseguito. Qualche mese fa, su queste stesse pagine, era trattato l’argomento della riorganizzazione della Bundeswehr3, in una prospettiva di potenziamento per essere pronta a fronteggiare la minaccia rappresentata dall’aggressiva politica estera del Cremlino. Vogliamo rivolgere, ora, la nostra attenzione alle scelte politico-militari attuate da Varsavia, stretta tra una Germania da sempre poco propensa a fraternizzare con i vicini polacchi e una Russia da sempre decisamente ostile alla Polonia.

Già in tempi non sospetti – era l’inizio del 2019, dunque ben prima dell’invasione dell’Ucraina da parte russa – il ministro della Difesa Marius Błaszczak sottoscriveva un documento in cui sottolineava che i programmi inclusi nello stesso erano espressione delle sfide con cui le Forze armate polacche avrebbero dovuto misurarsi nell’immediato futuro. Una di queste, in particolare, è stata individuata nella necessità di rafforzare il fronte orientale, da realizzarsi con la formazione di una nuova, quarta divisione dell’esercito polacco: “Ho creato una nuova divisione situata ad est della Vistola. Di norma, le attrezzature moderne saranno convogliate proprio lì. Il rafforzamento del fianco orientale è un’azione volta a rafforzare le capacità dell'esercito polacco, ma costituisce anche un significativo rafforzamento dell’intero fianco orientale della NATO.”4

Si trattava della 18^ divisione meccanizzata “Żelazna” di stanza a Siedlce, che andava ad affiancare la 11^ divisione di Cavalleria Corazzata di stanza a Żagań, la 12^ divisione Meccanizzata “Szczecin” di stanza a Szczecin e la 16^ divisione meccanizzata “Pomerania” di stanza a Elblag. Nella stessa circostanza il ministro dichiarava: “La sicurezza era, è e sarà una priorità per noi. Ho appena firmato uno dei documenti di pianificazione più importanti: il piano tecnico di modernizzazione fino al 2026. Il piano ipotizza una modernizzazione del valore di 185 miliardi di PLN, vale a dire 45 miliardi di PLN in più rispetto al piano precedente. Si tratta di un piano record, relativamente alla sua consistenza. Questa è, naturalmente, una grande sfida, ma anche un’opportunità per sviluppare le capacità di difesa dell’esercito polacco.”5

I presupposti storici indicati in apertura rappresentano la base delle ragioni fondanti la necessità della Polonia di un ammodernamento delle proprie forze armate, in presenza di una Russia caratterizzata da sentimenti fortemente avversi alla Nato e manifestamente aggressiva nella conduzione della sua politica estera e, nondimeno, avvalorano le ragioni più attuali di natura geopolitica che guidano il potenziamento dello strumento militare di Varsavia.

In tale prospettiva, il Biuro Bezpieczeństwa Narodowego (Ufficio per la Sicurezza Nazionale) ha sviluppato un concetto per la riqualificazione delle forze armate polacche6, in cui sono state indicate le linee-guida e l’entità dei cambiamenti necessari per disporre di capacità militari idonee ad affrontare le sfide di cui il ministro della Difesa si è fatto portavoce. Per elaborare tale concetto, il governo si è sostanzialmente posto alcune domande relative a quale sia l’attuale situazione delle forze armate, quale possa essere il loro potenziale impiego in riferimento agli attuali scenari bellici, quali provvedimenti stiano adottando gli altri paesi dell’Alleanza (segnatamente la Germania) e quali siano i fattori da considerare che prioritariamente determinano le mutazioni del quadro geopolitico di riferimento.

Lo studio per conseguire quella che è stata definita come “nuova qualità delle forze armate polacche” si è concentrato, dunque, su determinati parametri, quali il cambiamento dei presupposti per l’impiego delle forze armate polacche all’estero, i cambiamenti nell’arte della guerra (derivanti sia dalla natura dei conflitti armati contemporanei, sia dal progresso tecnico), il crescente numero delle minacce alla sicurezza su scala internazionale. L’attenzione degli esperti militari polacchi si è allora concentrata su diverse problematiche, piuttosto complesse.

Vediamo quali sono e che soluzioni siano state proposte.

La prima è volta ad un riesame della Difesa strategica che valuti le capacità di difesa dello stato, prendendo in considerazione nella loro totalità gli organismi e le istituzioni responsabili di garantire la sicurezza nazionale; già nel 2005-2006 era stato effettuato un esame strategico della Difesa, ma focalizzato unicamente sulla revisione delle capacità delle forze armate. In tale contesto, la revisione dello strumento militare ha dovuto tenere conto delle modalità di pianificazione della NATO, impostate su base decennale, con la possibilità di aggiornare i piani ogni 4 anni. Fondamentale è diventato il passaggio da una capacità di pianificazione per il medio periodo, procedura consolidata presso gli Stati Maggiori delle forze armate polacche, a una a lungo termine che guardi costantemente all’evoluzione delle sfide e delle minacce globali. In particolare, nell’attuazione della politica di sicurezza nazionale, Varsavia ha l’esigenza di riconoscere e prendere in considerazione la natura dei cambiamenti connessi alla trasformazione del settore militare negli Stati membri della Nato (soprattutto in quelli europei) e dell’UE, per la costruzione di un potenziale di difesa comune europeo e atlantista.

La seconda riguarda la politica degli armamenti, che dovrebbe essere prevalentemente di competenza del Ministero della Difesa Nazionale e non del Ministero dell’Economia, al quale è stato trasferito l’onere principale di plasmare questa politica. Inoltre, si è sentita l’esigenza di sviluppare relazioni chiare e formalizzate tra l’industria degli armamenti e il Ministero della Difesa Nazionale. Nondimeno, il ministro della Difesa dovrebbe utilizzare meglio il potenziale scientifico e tecnologico, nel quadro dell’adozione di decisioni strategiche nel campo della conduzione di analisi e ricerche operative.

L’attenzione è poi rivolta alle regole per la pianificazione e la condotta delle operazioni, per cui è stato istituito il “Centro di Dottrina e Addestramento delle Forze armate Polacche”7, un’unità organizzativa indipendente del Ministero della Difesa Nazionale che riferisce direttamente al capo di stato maggiore generale dell’Esercito Polacco e si occupa, tra l’altro, della standardizzazione delle procedure operative sia in ambito nazionale, sia in quello dell’Alleanza. Questo Centro dovrebbe anche garantire un’adeguata preparazione alla conduzione delle missioni di mantenimento della pace all’estero ed una rapida capacità di intervento delle forze armate polacche nella risposta alle crisi che il paese si trovasse ad affrontare e che richiedessero un impiego militare.

Ovviamente queste iniziative richiedono, altresì, una revisione del quadro giuridico e normativo nazionale che definisca le condizioni di base, le priorità, gli obiettivi e le condizioni finanziarie per la trasformazione e la modernizzazione delle forze armate polacche. Si è reso, quindi, necessario emanare una nuova legge sulla sicurezza nazionale, la cui bozza è stata elaborata dall’Ufficio per la Sicurezza Nazionale e presentata alla Cancelleria del presidente della Repubblica di Polonia. La versione definitiva è stata ratificata nell’aprile del 2022, sulla scorta degli avvenimenti conseguenti all’invasione dell’Ucraina. Questa legge regola le questioni relative alla strategia di sicurezza nazionale e alla revisione della difesa strategica e, per coglierne il significato, è sufficiente leggere l’articolo 1 del testo:

“Art. 1. Al fine di contrastare l’aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina, iniziata il 24 febbraio 2022, nei confronti di persone ed entità iscritte nell’elenco di cui all'art. 2, si applichino:
1) le misure di cui all’art. 2 sec. 1-3 del regolamento (CE) n. 765/2006 del Consiglio, del 18 maggio 2006, concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Bielorussia e della partecipazione della Bielorussia all’aggressione della Russia contro l'Ucraina …
2) le misure di cui All’art. 2 e dell’art. 9 del regolamento (UE) n. 269/2014 del Consiglio, del 17 marzo 2014, concernente misure restrittive contro azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina ...;
3) l’esclusione dalla procedura di appalto pubblico o dalla gara condotta ai sensi della legge dell’11 settembre 2019 - Legge sugli appalti pubblici...;
4) l’iscrizione nell’elenco degli stranieri il cui soggiorno nel territorio della Repubblica di Polonia è indesiderabile, di cui all’art. 434 della legge del 12 dicembre 2013 sugli stranieri ...”8

Forze armate più efficienti richiedono allora anche una riforma dell’istruzione militare superiore, esigenza che già nel aveva portato nel 2007 alla creazione dell’“Associazione delle Università Militari delle Forze Armate”9, sulla base delle preesistenti Accademia Navale, Accademia Aeronautica e Scuola Superiore degli Ufficiali delle Forze Terrestri. Secondo questo principio, l’Università della Difesa Nazionale dovrebbe essere trasformata in un moderno centro per gli studi e la formazione, in grado di condurre ricerche a lungo termine nel settore della sicurezza, fornire analisi continue e studi strategici per il presidente della Repubblica polacco, per il Consiglio dei ministri e per altri organismi statali.

Un altro aspetto da cui Varsavia non può prescindere nella scelta di rinnovamento intrapresa, riguarda gli aspetti finanziari che, naturalmente, impattano in modo significativo su tutta l’operazione. L’intenzione è quella di procedere ad un sostanzioso incremento della spesa da destinare alla Difesa, nel rispetto del 2% del PIL stabilito in ambito Nato. In totale, per il 2023, sarà di circa 127-137 miliardi di złoty, un record mai raggiunto prima in Polonia. Se questo programma sarà rispettato, si tratta di una spesa che supera del doppio quella sostenuta nel 2022 e più del triplo di quella del 201510. In particolare, per l’ammodernamento tecnico delle forze armate è stato elaborato un piano che prevede un aumento progressivo delle spese militari in un arco temporale che inizia nel 2017 e si spinge fino al 2026; le quote stabilite sono le seguenti (in złoty): 2017 - circa 8,8 miliardi; 2018 - circa 12,5 miliardi; 2019 - circa 11 miliardi; 2020 - circa 14 miliardi; 2021 - circa 17,6 miliardi; 2022 - circa 19,2 miliardi; 2023 - circa 20,3 miliardi ; 2024 - circa 25 miliardi ; 2025 - circa 25,9 miliardi11.

Le capacità delle forze armate polacche in futuro saranno prevalentemente orientate a criteri di vantaggio tecnologico sui potenziali avversari, capacità di operare in un ambiente network-centrico,  di conseguire il vantaggio informativo, di sviluppare un processo decisionale rapido e adeguato a cui si aggiungono efficacia nei sistemi di comando e controllo, proiezione delle forze su lunghe distanze, elevato livello di protezione delle forze (operativo e counterintelligence), identificazione degli elementi presenti sul campo di battaglia (propri ed estranei), disponibilità di un sistema di difesa aerea capillare ed integrato, targeting di precisione, interoperabilità che consenta alle unità di agire con efficienza nelle operazioni congiunte svolte nell’ambito dell’Alleanza o di coalizioni multinazionali, organizzazione delle truppe con il criterio della task-force, disponendo in tempi rapidi di forze e mezzi adeguati all’assolvimento delle missioni assegnate. Inoltre, la sfida per le forze armate polacche è una nuova filosofia di approccio alla pianificazione, organizzazione e condotta delle attività, basata sui loro effetti (Effects Based Approach to Operations – EBAO). In tale contesto, è necessario analizzare a fondo l’essenza della conduzione di un’operazione basata sugli effetti (EBAO) e sviluppare il proprio concetto in modo armonico con quelli implementati dai partner dell’Alleanza, dell’UE e delle coalizioni.

Resta da vedere quali siano, in concreto, gli ambiti operativi e le tipologie di armamento su cui il governo polacco e gli stati maggiori generali hanno concentrato i propri sforzi e interessi. La convinzione comune è quella di cambiare definitivamente ed efficacemente il volto dell’esercito polacco, tanto puntando a uno strumento più numeroso quanto equipaggiandolo con attrezzature moderne, destinate per la maggior parte ad equipaggiare la nuova – sopra menzionata – divisione, stanziata ad est del Paese. Il rafforzamento del confine est della Polonia costituisce infatti un’azione volta a rinforzare sia la sicurezza nazionale sia l’intero fianco orientale della NATO, così come sottolineato dal ministro Błaszczak. Le linee guida per raggiungere questo obiettivo sono definite nel documento “Indicazioni dettagliate per la ricostruzione e la modernizzazione tecnica delle forze armate per il 2017-2026”, approvato definitivamente dal Governo nel 2018, in cui sono presentati i programmi militari più importanti.
Tra questi c’è quello denominato Harpia (Arpia) che prevede l’acquisto di 32 velivoli di quinta generazione. I nuovi aerei sono strumenti necessari per l’ammodernamento della linea caccia dell’Aeronautica polacca che sarà così capace di operare in un ambiente net-centrico e di cooperare efficacemente con le componenti aeree alleate. Pertanto il loro acquisto è certamente una priorità.

Sempre in campo aeronautico sono notevoli i programmi Gryf-Grifo (aerei tattici senza pilota a medio raggio) e Wisła (dal nome del principale fiume polacco). Quest’ultimo sarà uno dei principali elementi che formeranno il sistema di difesa aerea e missilistica a medio raggio del Paese contro le minacce dei missili tattici a corto raggio e quelli da crociera. Il 28 marzo 2018 il ministro della Difesa Błaszczak ha firmato un contratto per l’avvio della sua prima fase. Completano il panorama degli ammodernamenti aeronautici i progetti Płomykówka (Barbagianni) – un moderno aereo da ricognizione – e Ważka (Libellula) che comporterà l’acquisizione di velivoli senza equipaggio, dotati di una testata optoelettronica – che consente l’osservazione durante il giorno e la notte – e destinati all’impiego principalmente in aree urbane.

Il piano di modernizzazione include anche il programma Narew (che comprende l’acquisizione di batterie di missili antiaerei a corto raggio, idonei a contrastare velivoli senza pilota e missili, sviluppati dall’industria bellica nazionale), Kruk-Corvo (che prevede l’approvvigionamento di moderni elicotteri d’attacco per l’aviazione dell’esercito) e Orka-Orca (che definisce l’introduzione in servizio di un sottomarino di nuovo tipo con capacità di distruggere bersagli di superficie e subacquei. Un mezzo che aumenterà la capacità di utilizzare al meglio l’armamento navale già in servizio e il potenziale d’attacco della marina contro obiettivi di superficie).

Proprio la Marina, a detta dello stesso ministro Błaszczak, è al centro dei programmi militari nazionali sia attraverso alcune soluzioni ponte che consentiranno comunque di ampliare e ammodernare la componente subacquea, prima dell’introduzione in servizio del nuovo vascello, sia con il programma Miecznik (Pesce Spada) che introdurrà in servizio una nuova nave da difesa costiera che sostituirà le unità dismesse od obsolete e aumenterà la capacità di cooperare all’interno delle task force alleate e della coalizione atlantica.

Un’altra delle aree che saranno modernizzate nell’ambito del piano militare di ammodernamento è la sicurezza informatica. “Nel piano di modernizzazione tecnica, abbiamo anche posto l’accento sull’acquisto di moderne attrezzature crittografiche e di Information Technology (IT) per le forze di difesa del cyberspazio nazionale. Tali costi sono stati preventivati per un importo pari a circa 3 miliardi di złoty” ha affermato il ministro Błaszczak. Il progetto – denominato Cyber.Mil – contempla l’introduzione di strumenti e software nazionali che consentiranno di svolgere moderne ed efficaci operazioni nel cyberspazio attraverso le più innovative tecnologie crittografiche, utilizzando principalmente le capacità informatiche delle aziende nazionali Polska Grupa Zbrojeniowa ed Exatel.

Ovviamente anche l’esercito giocherà un ruolo da protagonista in seno a questo vasto programma di rinnovamento e trasformazione delle Forze armate. In particolare, con il programma Regina (Regina), le unità di artiglieria saranno equipaggiate con nuovi pezzi da 155 mm che incrementeranno sensibilmente la capacità di fornire supporto di fuoco a livello tattico. La nuova acquisizione è stata appaltata alla società Huta Stalowa Wola. Parte integrante del piano di modernizzazione tecnica della capacità supporto di fuoco sono anche i nuovi mortai semoventi da 120 mm Rak (Granchio), così come ulteriori progetti per la modernizzazione delle forze missilistiche a cui si affiancherà il cruciale programma Homar (Aragosta) grazie al quale l’esercito polacco si doterà di lanciarazzi multipli in grado di colpire bersagli posizionati tra 70 e 300 km di distanza.

Dal punto di vista terrestre, l’odierno conflitto in Ucraina ha dimostrato – oltre ogni ragionevole dubbio – la cruciale importanza di forze corazzate moderne e tecnologicamente avanzate a cui si contrappongono sistemi anticarro altrettanto all’avanguardia. Anche da questa prospettiva va interpretata la scelta dello stato maggiore dell’esercito polacco di prevedere lo sviluppo del programma Pustelnik (Eremita) attraverso il quale dotarsi di lanciamissili guidati anticarro di tipo leggero, equipaggiati con testate diverse e impiegabili efficacemente anche senza specifico addestramento.

Per quanto afferisce alla cruciale capacità di mobilità sul campo di battaglia, la spina dorsale dell’ammodernamento è rappresentata dal programma Borsuk (Tasso) che porterà all’introduzione di un nuovo veicolo da combattimento, basato su un telaio cingolato modulare universale, sviluppato e prodotto dall’industria bellica nazionale. Questo moderno veicolo da combattimento sostituirà il logoro Bwp-1 di concezione sovietica e sarà dotato anche di capacità anfibia. Infine, con il programma Mustang (Cavallo Selvaggio), lo strumento militare terrestre introdurrà in servizio una moderna linea di autocarri da trasporto caratterizzata da un’elevatissima mobilità.

A questi innovativi progetti si sommano numerosi altri acquisti di equipaggiamento militare che, attraverso contratti siglati nel 2022, includono forniture dalla Corea (ad es. carri armati K2 - foto apertura -, obici K9, aerei da combattimento leggeri FA-50) e dagli Stati Uniti, con commesse volte ad approvvigionare carri Abrams, caccia multiruolo F-35 e lanciarazzi multipli leggeri Himars, recentemente consegnati anche all’Ucraina per poter sostenere il proprio sforzo bellico contro l’invasione russa. Inoltre, lo stato maggiore generale di Varsavia prevede un ampliamento dei quadri delle Forze armate con un reclutamento di oltre 20.000 militari in più solo nel 2023, senza considerare i soldati delle Forze di Difesa Territoriale, che rinforzeranno i 90.000 uomini già in servizio tra Esercito (65.000), Aeronautica (15.000), Marina (7.000) e Forze Speciali (3.000). Per la prima volta in 30 anni, il numero di soldati e dipendenti civili crescerà in modo significativo. Nei prossimi otto anni in avvenire, il numero totale delle forze armate polacche è destinato ad aumentare progressivamente fino a superare i 200.000 soldati, comprese le Forze di Difesa Territoriale.

Tale importante incremento di uomini, unitamente alla crescente complessità del moderno campo di battaglia, porterà anche a una maggiore attenzione alla qualità dell’addestramento e della dottrina delle Forze armate. La formazione dei soldati sarà intensificata a tutti i livelli e sarà data priorità alle esercitazioni interforze in cui l’iniziativa dei comandanti e la corretta comprensione della situazione operativa, attraverso l’impiego di moderni sistemi di Comando e Controllo (C2), costituiranno il fulcro del nuovo approccio addestrativo. Particolare attenzione sarà riservata anche alla formazione dei quadri Sottufficiali che restano una categoria fondamentale, soprattutto per gli aspetti esecutivi e per quelli di controllo della truppa.

I menzionati sistemi di C2 saranno migliorati, senza stravolgere la struttura ordinativa attualmente esistente. Le divisioni saranno finalmente elevate a vere unità di combattimento e non costituiranno più delle mere espressioni amministrative. Inoltre, entro il 2032, saranno disponibili sistemi autonomi di comando e controllo che consentiranno ai comandanti di comprendere il quadro operativo completo e di prendere così le discendenti decisioni in modo più rapido e aderente. Il flusso di dati tra tutti i livelli di comando sarà quindi sensibilmente migliorato, mentre la condivisione delle informazioni sarà adattata alle condizioni di un campo di battaglia elettronicamente degradato.

La funzione operativa intelligence sarà implementata attraverso sofisticate piattaforme operative che opereranno direttamente da unità ai minori livelli ordinativi, includendo anche – a livello strategico – capacità satellitari nazionali.

Tutte queste complesse riforme riguardano anche i vertici dello strumento militare polacco. Il ruolo di comandante in capo sarà svolto dal capo di stato maggiore generale delle Forze armate che avrà alle dipendenze i nuovi comandi delle singole Forze armate: Esercito, Aeronautica, Marina, Forze Speciali e Forze di Difesa Territoriale. Il capo di stato maggiore generale sarà quindi responsabile del comando delle Forze armate per le operazioni in Patria e all’estero, nonché della pianificazione del loro impiego strategico. Per la continua e sempre crescente importanza della logistica, l’Ispettorato logistico delle Forze armate sarà elevato al livello strategico-operativo.

Infine a livello politico-militare, un elemento essenziale per la sicurezza nazionale sarà rappresentato dal rafforzamento della cooperazione militare nella regione, in particolare nel Mar Baltico, tra i membri del Gruppo di Visegrad, con la Romania e con tutti gli altri paesi appartenenti al fianco orientale della Nato. Questa collaborazione dovrebbe manifestarsi nell’intensificazione delle esercitazioni, nella creazione di comandi e unità congiunte e, se possibile, nell’acquisizione comune di equipaggiamento militare. Quale strumento di coordinamento di queste nuove politiche, è intenzione costituire un comando aggiuntivo a Cracovia il cui compito sarà quello di facilitare la cooperazione regionale, anche nell’ambito delle missioni dell’Unione Europea.

Le future Forze armate polacche saranno quindi preparate a cooperare con altre agenzie e servizi governativi nelle operazioni di gestione delle crisi, sia sul territorio della Polonia che in altri stati alleati. Un obiettivo che diventa particolarmente importante anche alla luce dell’attuale situazione in Ucraina.

In conclusione, le politiche di approvvigionamenti e i programmi di trasformazione delle Forze armate polacche sembrano avviare Varsavia ad un ruolo di sempre maggiore protagonismo, politico e militare, quantomeno a livello regionale, all’alba di questo Terzo Millennio. Riforme che sono indispensabili per la Polonia sia nella tradizionale ottica antirussa sia per potersi affermare quale costante e decisivo punto di riferimento per la sicurezza del fianco orientale dell’Alleanza Atlantica.

1 Polish PM tells Germany’s Scholz not to ‘give in’ over Nord Stream 2, Metro, 09/12/2021. https://www.metro.us/polish-pm-tells-germanys/.

2 R. Casadei, Perché la Polonia vuole che la Germania le paghi adesso i danni del nazismo, Tempi, 07/10/2022. https://www.tempi.it/polonia-germania-risarcimento-danni-guerra/.

3 N.Cristadoro, Il riarmo della Bundeswehr. Splendori e miserie di un’illustre forza armata, Limes n. 5, 2022.

4 Plan Modernizacji Technicznej – mapa drogowa rozwoju Wojska Polskiego (Piano tecnico di modernizzazione – tabella di marcia per lo sviluppo dell'esercito polacco), Ministero della Difesa Nazionale Nazionale, 28/02/2019. https://www.gov.pl/web/obrona-narodowa/plan-modernizacji-technicznej-map....

5 Ibid.

6 Nowa jakość Sił Zbrojnych RP (Nuova qualità delle forze armate polacche), https://www.bbn.gov.pl/pl/wydarzenia/1116,Nowa-jakosc-Sil-Zbrojnych-RP.html.

7 Centrum Doktryn i Szkolenia Sił Zbrojnych, https://cdissz.wp.mil.pl/pl/pages/zadania-2017-01-16-4/.

8 Ustawa z dnia 13 kwietnia 2022 r. o szczególnych rozwiązaniach w zakresie przeciwdziałania wspieraniu agresji na Ukrainę oraz służących ochronie bezpieczeństwa narodowego (Legge del 13 aprile 2022 sulle soluzioni speciali per contrastare il sostegno all'aggressione contro l'Ucraina e per la protezione della sicurezza nazionale).

9 UCHWAŁA Nr 47/2007, Senatu Akademii Marynarki Wojennej im. Bohaterów Westerplatte z dnia 25 października 2007 roku. w sprawie: utworzenia Związku Uczelni Wojskowych Rodzajów Sił Zbrojnych (DELIBERA N. 47/2007, Senato dell'Accademia Navale degli Eroi di Westerplatte del 25 ottobre 2007. Sull’istituzione dell’Associazione delle Università Militari delle Forze Armate).

10 J. Ciślak, Polska planuje gigantyczne wydatki na obronność w 2023 roku (La Polonia sta pianificando una spesa per la difesa gigantesca nel 2023), Defence 24, 30/08/2022. https://defence24.pl/polityka-obronna/polska-planuje-gigantyczne-wydatki...

11 K.Ł. Mazurek, Plan Modernizacji Technicznej Sił Zbrojnych RP (Piano tecnico di modernizzazione – tabella di marcia per lo sviluppo dell'esercito polacco), ZbiAM, 28/02/2019. https://zbiam.pl/artykuly/plan-modernizacji-technicznej-sil-zbrojnych-rp-2/

Foto: Hyundai Rotem