Il quadro strategico mediorientale vede la concreta possibilità di un nuovo intervento di Israele contro gli Hezbollah in Libano.
Se ciò si dovesse verificare, contrariamente a quanto successo nel 2006 (operazione PIOGGIA D’ESTATE), le IDF si potrebbero trovare di fronte le Forze Armate libanesi, schierate a fianco delle milizie sciite. Ipotesi quanto meno plausibile dal momento in cui le elezioni legislative del 6 maggio scorso hanno visto conquistare, da parte di Hezbollah e i suoi alleati, la maggior parte dei seggi nel Parlamento libanese. Inoltre, nel 2016, è stato eletto alla carica di presidente Michel Aoun, soprattutto grazie al fondamentale appoggio di Hassan Nashrallah, segretario generale di Hezbollah.
Ovviamente l’esercito di Beirut non sarebbe in grado di costituire una seria minaccia per il Tsahal, sia in termini di potenza di fuoco che di organici, tuttavia i reparti corazzati-meccanizzati libanesi potrebbero comunque rallentare fortemente la spinta offensiva di una eventuale incursione israeliana, visto anche l’elevato numero di missili filoguidati controcarro BGM-71 TOW e MILAN a disposizione della fanteria libanese.
Il parco corazzato di Beirut è composto principalmente da vecchi T-54/55 e M-48A1/A5, più alcune decine di M-60A1. I reparti corazzati verrebbero comunque impiegati come componente d’appoggio alle operazioni e non come forza d’urto vera e propria.
Le caratteristiche montuose del territorio libanese limitano fortemente il dispiegamento di una componente corazzata delle dimensioni di un battaglione, inoltre l’assoluta superiorità aerea israeliana imporrebbe un dispiegamento a macchia di leopardo in modo tale da ridurre le perdite. Quindi l’unità da combattimento di riferimento dovrebbe essere a livello di plotone, la quale può confondersi più facilmente con l’ambiente e schierarsi con maggiore celerità per tendere agguati alle forze avanzanti.
Nonostante l’eventuale appoggio di reparti meccanizzati, le tattiche più efficaci delle milizie sciite risiedono nello schierare piccole squadre armate di sistemi anticarro assai difficili da individuare e colpire, così come avvenuto nella seconda guerra libanese, nel corso della quale il bilancio delle perdite subite dai reparti corazzati israeliani è stato di 52 MERKAVA messi fuori combattimento (anche se la maggior parte recuperati mentre le perdite tra gli equipaggi sono state di sole 23 unità). L’esperienza maturata dalle IDF in questo conflitto ha portato ad un drastico cambiamento delle dottrine d’impiego dei reparti corazzati per adattarle al concetto di guerra asimmetrica. In più l’entrata in servizio del MERKAVA IVM equipaggiato con il sistema di protezione attiva TROPHY (conosciuto come ASPRO-A nella denominazione del Tsahal). Nell’operazione MARGINE DI PROTEZIONE nel luglio-agosto 2014 nella striscia di Gaza, il TROPHY ha intercettato con successo razzi e missili controcarro, anche gli AT-14 SPRIGGAN, sparati dai miliziani di Hamas.
Nell’eventualità di un nuovo attacco da parte di Israele in territorio libanese, è molto probabile che le IDF lancino una offensiva meccanizzata/corazzata al fine di smantellare le infrastrutture e distruggere i depositi di armamenti degli Hezbollah.
(foto: IDF / LAF)