Alberto Di Gilio
Ed.Gino Rossato, Valdagno (VI) 2018
pagg.124
L’autore, ricercatore storico, che ha al suo attivo numerose opere sulla Grande Guerra, in questo suo saggio descrive, a partire dalla battaglia del Solstizio nel giugno 1918, “ultima grande offensiva sferrata dall’esercito austro – ungarico sul fronte italiano”, gli aspetti diplomatici e tattico – militari che hanno preceduto l’armistizio tra Italia e Austria – Ungheria.
Il 24 ottobre 1918, ad un anno esatto dalla disfatta di Caporetto, vi fu l’attacco italiano sulla linea del Piave, secondo un piano elaborato del gen. Pietro Badoglio. Un attacco contro “un’Austria – Ungheria che teneva ancora saldamente le posizioni raggiunte dopo la battaglia del Solstizio, con un esercito efficiente, agguerrito e permeato di quel tradizionale odio contro l’ex alleato, senza apparenti segni di cedimento o di dissoluzione fra le truppe, ad eccezione di quelle cecoslovacche.”
Lo Stato Maggiore dell’esercito imperiale “cercò di approntare le linee di difesa non senza difficoltà” e “nominò, il 4 ottobre, una Commissione d’Armistizio.” Per il Comando Supremo austro – ungarico l’armistizio doveva basarsi, principalmente, sullo sgombero graduale dei territori occupati (Veneto orientale e Friuli) e, non temendo l’offensiva italiana, diede alla Commissione direttive perché ciò avvenisse in un arco temporale di nove mesi. Comunque, “nonostante le prime avvisaglie di quello che si sarebbe infine rivelato un completo disfacimento, durante la fase iniziale della battaglia di Vittorio Veneto la complessiva tenuta dell’esercito imperiale si dimostrò encomiabile.” Ma,con il precipitare degli eventi sia in campo politico, con la secessione di alcuni stati, che militare, all’alba del 29 ottobre “venne inviato a parlamentare, presso le linee italiane, il cap.Kamillo Ruggera, per consegnare una nota con la quale il gen. Weber comunicava di essere stato incaricato a trattare un armistizio.”
Il 30 ottobre vi fu il tracollo dell’esercito austro – ungarico determinato, soprattutto, dagli ammutinamenti delle truppe. Alle 20:00 del 31 ottobre la Commissione d’Armistizio austro – ungarica, presieduta dal gen. Weber, giunse a Villa Giusti, a Mandria, vicino Padova, sede indicata, dal Comando Supremo italiano - stabilitosi all’Hotel Trieste di Abano Terme - come luogo dove sarebbero state comunicate le condizioni per l’armistizio.
La Commissione italiana era presieduta dal gen. Badoglio. Il testo ufficiale, in francese, delle condizioni d’armistizio decise dal Consiglio Interalleato di Versailles, su proposta del presidente del consiglio Italiano Orlando, venne consegnato al gen. Weber alle 16:45 del 2 novembre. Nel corso di una riunione tra le due Commissioni, iniziata alle 21:00 del 2, vi furono lunghe ed animate divergenze e controproposte da parte astro – ungarica.
“Alle 03:00 del 3 novembre, l’accordo venne infine raggiunto su tutte le clausole di terra e di mare.” Dopo che, alle 15:15 dello stesso giorno, il gen. Weber accettò le condizioni, il gen. Badoglio dispose la cessazione delle ostilità per le ore 15:00 del 4 novembre. Alle 18:00 il trattato venne sottoscritto da ambo le parti. Lo stesso giorno fu diramato il bollettino di guerra n.1268, alle truppe e alla Nazione, a firma del gen. Diaz in cui veniva annunciata la vittoria dell’Italia.
“In realtà per l’Italia, intesa come potenza alleata, la guerra proseguì sino al giorno 11 novembre, allorquando anche la Germania firmò, con la Francia,[…] l’armistizio, ponendo di fatto fine alla prima guerra mondiale.”
Gianlorenzo Capano