Stefano Ometto
Ed. PlaceBook Publishing
pagg. 226
In un futuro non del tutto ipotetico, né troppo remoto, l’Italia viene sconvolta da cataclismi e parzialmente inondata a causa del definitivo innalzamento dei mari. È governata da un presidente e da un gruppo di gerarchi dalle capacità e dalle qualità morali alquanto discutibili.
Il Paese è rimasto tagliato fuori dal resto del mondo e dalla vita delle organizzazioni internazionali. Del tutto deindustrializzato, si trova costretto ad adottare una forma edulcorata di autarchia, dove ciò che manca viene ottenuto ricorrendo a commerci illegali. Le risorse strettamente necessarie alla vita quotidiana vengono somministrate in gran parte sotto forma di sussidi governativi, raramente sufficienti, ottenuti per mezzo della vendita all’estero del patrimonio culturale nazionale, un bene ormai ritenuto inutile.
In questo ambiente povero di iniziativa e privo di morale, si dipanano le vicende di Orchidea e del suo fratellino che, si scoprirà, è dotato di un particolare talento, una sorta di telepatia, ma forse più una reale empatia, verso gli animali, a partire da un possente cane, che sarà la loro vigile scorta. Orchidea è una ragazzina intelligente, con un carattere deciso e una spiccata tendenza a risolversi i problemi da sola.
Inaspettatamente, a togliere dai guai i piccoli protagonisti, saranno quelli che, in precedenza, avrebbero potuto essere i loro peggiori nemici.
L'opera prima di Stefano Ometto è un racconto scorrevole, che vede, insieme alle vicende di Orchidea e dei suoi amici, svilupparsi, sullo sfondo le lotte di potere di una dirigenza politica tanto violenta quanto ignorante, apparentemente lontano dai nostri tempi. Ma non troppo, a pensarci un po' su con una corretta dose di sano pessimismo.
Non vado oltre nello svelare la trama la trama. Posso solo rivolgere l'invito alla lettura, con il suggerimento di immaginare il racconto come se si stesse assistendo ad un buon film.
Giuseppe Sfacteria
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