I carri armati francesi: il SOMUA S35

(di Francesco Sisto)
23/09/24

Il SOMUA S35 fu un carro armato da cavalleria francese impiegato durante la Seconda guerra mondiale. I principali utilizzatori del mezzo – oltre alla Francia – furono la Germania, l’Italia, la Bulgaria e l’Ungheria.

Il veicolo venne ideato, progettato tra il 1934/35 e prodotto dal 1935 al 1940 dall’azienda francese Somua. Complessivamente, vennero realizzati più di 400 esemplari e il mezzo

rimase in servizio dal 1936 al 1945.

Il SOMUA S35 era di buon tonnellaggio (quasi 20 tonnellate), dotato di un buon armamento, e aveva una buona corazzatura. Il mezzo, in sostanza, era uno dei migliori carri armati europei agli inizi del secondo conflitto mondiale. Tuttavia, nella Battaglia di Francia la superiorità tattica del mezzo venne completamente annullata dagli sbagli di carattere strategico dei vertici militari francesi. Infatti, l’anacronistica concezione francese di impiego dei carri armati portò alla sconfitta di fronte a veicoli meno armati e meno veloci. Inoltre, è bene precisare che i carri armati tedeschi agirono in massa e, in particolare, vennero guidati con idee tattiche rivoluzionarie.1

Dopo la disastrosa capitolazione francese, i SOMUA S35 furono impiegati, soprattutto, dall’Esercito tedesco e dal Regio Esercito come preda bellica. In seguito, alcuni esemplari vennero assegnati alle forze del regime di Vichy.

I tedeschi usarono il mezzo – denominato Panzerkampfwagen 35S 739(f) – durante la guerra, in particolare, sul fronte orientale.

Il SOMUA S35 aveva una lunghezza di 5,38 m, altezza, 2,62 m, larghezza 2,12 m e pesava 19,5 tonnellate.

La corazzatura era 47 mm (parte anteriore dello scafo), 42 mm (parte anteriore della torretta), 40 mm (lati dello scafo e lati della torretta) e 20 mm (parte superiore).

L’armamento era composto da un cannone anticarro APX da 47 mm e mitragliatrice MAC mle 1931.

Motore: motore a benzina SOMUA V-8, potenza 190 CV. La velocità massima era di 40 km/h.

Il carro armato poteva contare su un equipaggio di 3 uomini.

1 Cfr. P. F. Cazzani, in Storia Illustrata n°191, 1973, p. 176

Foto: Bundesarchiv