Carlo Palermo
Ed. Momenti
pagg. 100
Ribera, piccola cittadina della provincia di Agrigento che ha dato i natali a Francesco Crispi, ed El Alamein, piccola città lungo la costa dell'Egitto, hanno in comune vicende umane forse non più ricordate da tutti.
Emanuele Macaluso è uno dei "punti" di congiunzione tra questi due punti geograficamente così distanti. Carlo Palermo è un altro di questi punti di congiunzione ideali.
Carlo Palermo, appassionato studioso di storia militare, con il suo libro "Dalla Sicilia a El Alamein", ci racconta la storia della sua ricerca personale sulle tracce di un militare di Ribera, uno dei tanti militari della seconda Guerra Mondiale, uno dei tanti caduti in terra d'Africa, Emanuele Macaluso.
Un caso, forse, ha voluto farli incontrare idealmente e da quest'incontro è nato un bellissimo libro, che ho avuto il piacere di leggere, tutto d'un fiato.
Nel libro si incontrano i fantasmi della Guerra, nomi famosi come Rommel e Churchil e Mussolini si alternano a quelli, forse meno famosi ma non meno importanti, di Emanuele Macaluso, Gaetano Serio, Leccis, Chiodini, Paolo Caccia Dominioni... nomi che si possono trovare ancora incisi in una lapide a ricordo di una battaglia nelle terre bruciate dal sole dell'Egitto.
Questo libro racconta la Storia, quella della seconda Guerra Mondiale, con le sue brutture, con le sue morti e i suoi lutti, ma anche quella Guerra che ha visto giovani ragazzi di tutto il mondo compiere da entrambe le parti atti di eroismo patrio.
Emanuele Macaluso naque a Ribera nel marzo del 1920 e morì a due passi da Alessandria, dopo aver partecipato col suo reparto, il glorioso 8° reggimento bersaglieri inquadrato nella divisione Ariete, impiegata nelle operazioni in Africa sotto il comando del generale tedesco Rommel, la volpe del deserto.
Emanuele sbarca a Tripoli nel 1941. Possiamo quasi immaginare, leggendo il libro, i luoghi, le sensazioni dei militari, le loro paure, il dolore per la morte dei commilitoni, le sofferenze delle ferite, ma anche il senso d'appartenenza, lo spirito di corpo, le azioni eroiche, lo sforzo compiuto da reparti non sempre bene armati, anzi, talvolta assolutamente impreparati ad affrontare una campagna di guerra in territorio desertico. Attraverso le lettere ai genitori e i ricordi di chi lo conobbe e grazie alla sapiente penna di Carlo Palermo, Emanuele Macaluso quasi riprende vita.
E' lui che ci racconta come andarono le cose laggiù, è lui che ci presenta i suoi compagni d'arme, è sempre lui che ci incute coraggio, è lui che ci racconta la morte sotto il bombardamento degli aerei britannici, assieme ai militari superstiti dell'8° reggimento, il 6 luglio del 1942, nella zona Whiska, a pochi chilometri da El Alamein, "le due bandiere", che idealmente lo salutano.
Rommel disse: "Il soldato tedesco ha stupito il mondo, il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco", dalla lettura di pagine di Storia come queste ne possiamo comprendere il senso più profondo.
Grazie Emanuele, per ciò che hai fatto.
Grazie Carlo, perchè il tuo libro ci ricorda chi siamo.
Alessandro Rugolo