Geopolitica ed energia: intervista a Marina Zvonareva, analista presso Natural Gas Europe

(di Giuliano Bifolchi, Giampiero Venturi)
30/11/15

Mentre Mosca è impegnata contro lo Stato Islamico in Siria, sono molti i quesiti sugli equilibri e sugli assetti strategici futuri. Rimangono sospese alcune domande in merito alla stabilità economica della Russia collegata al ruolo importante che ricopre nel mercato energetico mondiale. Un interrogativo è dato dalla possibilità della Russia di continuare ad esercitare il suo peso geopolitico a livello globale con una economia provata dalla caduta dei prezzi del petrolio e dalle sanzioni dell’Unione Europea. Difesa Online ha incontrato Marina Zvonareva, ricercatrice di base a Mosca esperta in relazioni internazionali energetiche ed analista presso Natural Gas Europe.

Parlando della Russia e leggendo le recenti notizie sono tre gli argomenti principali da evidenziare per analizzare il Paese: la politica energetica, la situazione geopolitica e le relazioni con l’Occidente. La crisi dei prezzi del petrolio ha mostrato una Russia esposta ai cambiamenti del mercato energetico; può descriverci quanto questo influenzi la politica estera della Federazione? Inoltre, secondo Lei, l’intervento in Siria può essere visto come una strategia connessa al fabbisogno di risorse, o può spiegarsi come una sfida a Washington?

“Il settore energetico russo è fortemente influenzato dalla geopolitica ed il gas è utilizzato come uno strumento politico. The Power of Siberia, Altai Route, Nord Stream II, il cancellato South Stream, Turkish Stream – tutti questi progetti riguardano molto di più la geopolitica che il business. Le attuali circostanze sono piuttosto sfavorevoli per l’industria energetica russa. La Siria è inserita nella sfera di interesse russo come il principale e forse ultimo partner nella regione.

Non credo che il Cremlino sia guidato dalla volontà di sfidare gli USA visto che respingere lo Stato Islamico è necessario. Comunque, guardando alla storia di interventi all’interno del mondo musulmano è possibile affermare che questi non sono mai stati una buona idea. L’abbattimento del jet militare russo mostra che i Paesi del mondo sono lontani da una unità di fronte al terrorismo. Fiduciosamente, il conflitto tra Russia e Turchia diminuirà, altrimenti questo potrebbe causare serie conseguenze politiche tra cui la cancellazione del Turkish Stream.”

Il prezzo al ribasso del petrolio guidato dalla produzione dell’Arabia Saudita, storico alleato degli USA, ha influenzato il rublo e l’economia russa. La Banca di Investimenti degli Stati Uniti ha recentemente predetto che il rublo sarà capace di registrare buone performance il prossimo anno e la Goldman Sachs ha invitato gli azionisti a comprare il rublo nel 2016. Perché la crisi ha influenzato così pesantemente la Federazione?

“La crisi petrolifera ha influenzato la Russia perché il 40% del budget statale dipende dalle tasse dell’industria petrolifera. Abbiamo parlato per anni che la Russia ha bisogno di decrescere “l’ago della bilancia petrolifera” anche se non c’è una chiara strategia per migliorare la situazione. La crisi che è iniziata alla fine dello scorso anno era prevedibile e inevitabile.”

L’Unione Europea ha annunciato il suo sostegno per unire le pipeline che distribuiranno il gas naturale russo in Europa via Turchia. Questo è importante per la realizzazione del progetto Turkish Stream, così da esportare il gas russo verso la Turchia e poi in Europa col gasdotto Tesla diretto in Austria. Prima di tutto, crede che questo possa rappresentare un rilassamento delle tensioni euro-russe? Può il Turkish Stream essere visto come una minaccia oppure una sfida per il progetto Trans-Anatolian Pipeline (TANAP) e, direttamente, per la politica di esportazione energetica dell'Azerbaigian? Alla luce dei recenti eventi, esiste veramente la possibilità di una firma dell’accordo finale sul Turkish Stream viste le attuali relazioni con Erdogan?

“Si, penso che possa essere un segno di relazioni migliori tra l’Unione Europea e la Russia, specialmente dopo la cancellazione del progetto South Stream. Allo stesso tempo il suggerimento della Gazprom di costruire gasdotti per il mercato europeo stagnante era stato un fallimento dall’inizio.

Come sappiamo, il gas per la TANAP è già contrattualizzato: 6 bcm (miliardi di metri cubi di gas naturale) per la Turchia e 10 per l’Unione Europea. Io non guarderei al gas azerbaigiano come ad una minaccia visto che la Russia potrebbe essere abile nello stabilire prezzi competitivi per la regione.

Alla luce degli ultimi eventi, il destino del Turkish Stream è incerto, ma è stato una sfida per la Russia dall’inizio: i turchi sono difficili negoziatori che ottengono sconti su sconti in aggiunta alla loro rotta preferita del progetto e 2 stringhe di pipeline al posto di quattro. La Turchia dipende dalla Russia per l’energia quanto la Russia dipende dalla decisione della Turchia su questo progetto. L’accordo può essere firmato se i presidenti scioglieranno il nodo siriano che riguarda la geopolitica pura.”

Parlando della regione Asia-Pacifico, è importante porre l’attenzione sul progetto Sakhalin II LNG che è uno dei progetti di export di maggior successo. Alexei Miller, Presidente della Gazprom, ha incontrato Ken Kobayashi, Presidente e CEO della Mitsubishi Corporation, discutendo sulla realizzazione della terza linea dell’impianto Sakhalin II LNG. Considerando l’Unione Europea e la politica energetica di Bruxelles focalizzata su nuove rotte di importazione energetiche, può la regione Asia-Pacifico essere il mercato ideale per la Russia? Quali sono i pro e i contro?

“L’espansione di Sakhalin II ha tutte le possibilità di avere successo e di entrare in attività nel 2021. La Gazprom ha il supporto della Shell ed entrambe le compagnie non hanno intenzione di fare un passo indietro anche se il deposito Yuzhno-Kirinskoye (la fonte del gas addizionale per Sakhalin III) può essere posto sotto la minaccia delle sanzioni. Io penso inoltre che anche le compagnie giapponesi potranno unirsi al progetto visto che l’esperienza del Production Sharing Agreement (PSA) russo mostra la sua efficienza.

Il mercato asiatico è lontano dall’essere ideale per la Russia – le infrastrutture per essere costruite costano una fortuna, la competizione è forte (Australia, Papua Nuova Guinea, Stati Uniti). Inoltre, il mercato asiatico può non necessitare dell’ammontare di gas che la Russia potrà vendere. Per esempio, entro il 2025 la Gazprom ha pianificato di esportare 101 bcm di gas al Giappone ed entro il 2030 questo livello raggiungerà il volume di esportazione di 105 bcm. Il Giappone ha un’altra strategia: entro il 2030 la nazione ha pianificato di decrementare l’uso del gas naturale da 131 bcm nel 2015 a 92 bcm.

Parlando delle Cina, Power of Siberia ha un prezzo molto costoso e l’economia del progetto innesca la legittima domanda se l’intera storia sarà redditizia entro il 2019. Come per la rotta Altai, ho dei dubbi che la Cina sarà d’accordo visto che i cinesi difficilmente avranno bisogno di così tanto gas dalla Russia in tempi così brevi.”

Dopo gli attacchi di Parigi e l’aumento della minaccia terroristica Putin ha ricevuto maggiore supporto per la sua decisione di intervenire in Siria. Questo scenario potrebbe sbloccare la crisi in Ucraina ed il suo diretto collegamento con il problema del gas naturale?

“Le possibilità della crisi ucraina di essere risolta presto sono molto basse. I Paesi si stanno muovendo nella direzione opposta: la Russia vuole trovare alternative per il transito ucraino e l’Ucraina vuole sbarazzarsi  del monopolio del gas russo. Gazprom ed Ucraina non possono trovare un accordo sul prezzo: quello che la Russia vede come un buon gesto l’Ucraina lo interpreta come un prezzo non giusto.

Io credo che l’Ucraina possa rifiutare il gas russo nel futuro e usare le riserve di gas in una decade sfruttando le sue stesse risorse. Per la Russia il transito attraverso l’Ucraina era cruciale ma alcune cose sono cambiate. In aggiunta, l’Ucraina non può più essere un partner attendibile ed affidabile con la guerra civile ancora in corso.”

Recentemente il Ministro dell’Energia russo Alexander Novak ha dichiarato che “The project of Russia’s energy strategy until 2035 forecasts the growth of all major indexes of energy resources production and maintenance of Russia’s role and place at the world’s energy markets”. In che modo la Federazione Russa potrà aumentare la propria crescita e rispettare le previsioni?

“Attualmente la migliore parola per descrivere la situazione del settore energetico russo è “incertezza”: prezzi del petrolio e del gas bassi, domanda in lenta discesa – sia interna che le esportazioni – complicata situazione geopolitica, aumento della competizione. Io penso che la crescita degli indici sia possibile se le sanzioni dell’Occidente verranno rimosse. In questo caso la Russia sarà abile nell’attrarre gli investimenti stranieri e la tecnologia per iniziare a lavorare con i depositi difficili da raggiungere. Fino a questo momento non è chiaro come la Russia potrà mantenere gli attuali indici. Per quanto riguarda il ruolo russo nei mercati energetici, nel mercato europeo la Russia sarà nei prossimi 10-15 anni tanto importante come lo è adesso.”

(foto: Marina Zvonareva/Gazprom)