Nella primavera dello scorso anno Stati Uniti, Regno Unito e NATO avevano annunciato il ritiro delle truppe dal suolo afghano. L’Italia alla fine di giugno aveva completato il ritiro dei nostri militari senza non pochi problemi logistici causati dall’improvvisa ed improvvida chiusura della base di al-Minhad (EAU)1.
Dopo tale annuncio, i talebani, a partire da maggio, hanno acquisito il controllo di quasi tutto il Paese occupando Kabul il 15 agosto 2021. La presa del potere da pare dei talebani ha condotto l'Afghanistan in una profonda crisi umanitaria e dei diritti umani. Molte scuole secondarie femminili sono state chiuse ed è stato fatto divieto alle donne di svolgere la maggior parte dei lavori. Molti giornalisti sono stati arrestati o uccisi altri hanno lasciato il Paese portando ad una drastica riduzione degli organi di informazione.
Il rapporto UNAMA2 riferisce che in dieci mesi di governo talebano sono state azzerate le libertà fondamentali, si sono verificate uccisioni extragiudiziali, torture e maltrattamenti.
Gran parte della popolazione è alla fame. Le sanzioni e la sospensione dei flussi di aiuti aggravano il disfacimento economico e finanziario. L'economia dell'Afghanistan, che versava già in una situazione precaria, ha subito una grave contrazione dopo il 15 agosto 2021 a causa della sospensione dei finanziamenti per lo sviluppo, da cui era fortemente dipendente e del congelamento dei beni afgani detenuti nelle istituzioni finanziarie all'estero. “Nel 2022 circa 24,4 milioni di persone, ovvero il 59% della popolazione, hanno bisogno di assistenza umanitaria, rispetto ai 18,4 milioni dell'inizio del 2021.”
Ben ricordiamo le immagini provenienti dall’aeroporto Hamid Karzai di Kabul di un anno fa dove migliaia di persone hanno raggiunto ed occupato le piste dello scalo internazionale sperando di riuscire a lasciare il Paese. Alla fine di agosto gli americani hanno definitivamente portato in patria l’ultimo militare mentre l’Italia aveva completato il suo ritiro qualche giorno prima con il rientro degli ultimi militari dell’Arma dei Carabinieri della 2a brigata mobile (1° reggimento “Tuscania” e 7° reggimento “Trentino Alto-Adige”) presenti sul caotico scalo afghano insieme a parte del personale diplomatico.
Durante i trattati di Doha e la conferenza stampa del 17 agosto 2021 i talebani avevano assicurato che non ci sarebbero state violenze o discriminazioni verso le donne e sarebbero stati rispettati i loro diritti secondo la Sharia. Tuttavia, durante l’autunno si sono susseguite diverse decisioni che hanno limitato la partecipare a pieno titolo all'istruzione.
Si è raccomandato inoltre che "la migliore forma di osservanza dell'hijab della Sharia" fosse che le donne evitassero del tutto di uscire di casa, a meno che non assolutamente necessario.
Il governo de facto di questi dieci mesi è stato composto esclusivamente da uomini per la maggior parte pashtun. Alle donne non è permesso avere incarichi politici di alto livello. A dicembre è stato promesso, tramite un decreto, più libertà alle donne ma una serie di seguenti norme hanno di fatto limitato il loro accesso all’istruzione e alla libertà di movimento, obbligandole a coprirsi integralmente in pubblico.
I talebani hanno affermato di sostenere l'istruzione per ragazze e donne, ma il 18 settembre hanno ordinato la riapertura delle scuole secondarie solo per i ragazzi e successivamente il ministro ad interim dell'istruzione superiore ha annunciato che le ragazze potevano partecipare all'istruzione superiore ma non potevano studiare con ragazzi e uomini. A settembre, il ministero dello Sviluppo rurale ha ordinato solo agli uomini di tornare al lavoro, affermando che il ritorno al lavoro delle donne è stato "rinviato" fino a quando non si mettesse a punto un "meccanismo con le modalità di lavoro".
A settembre, i talebani hanno trasformato il ministero degli Affari femminili in ministero per la propagazione delle virtù e la prevenzione del vizio, incaricato di far rispettare le regole sul comportamento dei cittadini tra cui il modo in cui le donne si vestono e come e quando possono spostarsi fuori casa senza essere accompagnati da un parente maschio.
“L'educazione e la partecipazione delle donne e delle ragazze alla vita pubblica è fondamentale per ogni società moderna. La relegazione di donne e ragazze in casa nega all'Afghanistan il beneficio dei significativi contributi che ha da offrire. L'istruzione per tutti non è solo un diritto umano fondamentale, è la chiave per il progresso e lo sviluppo di una nazione", ha affermato il nuovo inviato delle Nazioni Unite, Markus Potzel, nominato il 17 giugno scorso.
Pochi giorno dopo la presa del potere, gli esponenti talebani hanno assicurato che la libertà dei media sarebbe stata consentita se imparziale e se non contraria ai principi islamici. Un mese dopo, il Government Media and Information Center consigliava ai media di evitare di pubblicare contenuti contrari alla religione islamica e alla Sharia, evitare di mancare di rispetto a figure nazionali e influenti, evitare la distorsione dei contenuti. A novembre il MPVPV (Ministero per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione del Vizio) ha emesso nuove linee guida che “invitavano” i media ad evitare la proiezione di film con attrici, film stranieri contrari ai “valori afgani o islamici”. Qualche mese dopo (22 maggio) veniva intimato alle giornaliste televisive di coprirsi il viso.
Sempre UNAMA, riferisce che dal 15 agosto, sia il regime talebano sia l’ISIL-KP (Stato islamico dell'Iraq e del Levante - Provincia di Khorasan) ha posto in essere attacchi contro operatori della stampa; sei giornalisti sono stati uccisi (cinque dall'ISIL-KP) e quattro sono rimasti feriti, 173 giornalisti sono stati colpiti da violenza tra cui 122 arrestati arbitrariamente e 58 torturati.
Il sistema giudiziario afghano organizzato secondo tre livelli è stato conservato dal regime talebano ma, in tutto il Paese, è ripreso il funzionamento dei tribunali secondo la legge islamica. Sono state nominate le autorità cardine come il ministro della giustizia, la corte suprema, le corti d’appello introducendo modifiche sostanziali volte ad accelerare l’amministrazione della giustizia che, in particolar modo nelle provincie, è amministrata in modo decentralizzato e seguendo molto spesso studiosi religiosi ed anziani.
A partire da novembre, è stata avviata da parte delle autorità una revisione di tutte le leggi esistenti per valutarne la conformità sia con la legge islamica che con gli obiettivi e le politiche della nuova amministrazione. Oggi, non essendo ancora ultimato il processo di revisione, sono in vigore sia le leggi preesistenti sia legge islamica portando ad ambiguità ed irregolarità che compromettono i principi di un giusto ed equo processo.
Tra agosto e giugno la popolazione civile è stata bersaglio di continui attacchi IED la maggior parte dei quali rivendicati da ISIL-KP che hanno rivolto la loro ferocia, in particolare, contro minoranze etniche e religiose.
Ricordiamo le tre esplosioni nella scuola Sayed al-Shuhada di Kabul (8 Maggio) in cui hanno perso la vita 85 persone e ferito circa 200 per la maggior parte Hazara. Un attentato a Kunduz, l'8 ottobre, ha ucciso circa 72 civili ed il 4 marzo, a Jalalbad, 7 operai Hazara sono stati uccisi in una fabbrica. Sempre gli Haara sono stati vittime di espulsioni dalle loro abitazioni nelle province di Uruzgan e Daykundi.
Con l’ascesa al potere i talebani avevano promesso di vietare la coltivazione di papavero e così è avvenuto nei primi giorni di aprile. Questa mossa viene interpretata come un’azione di compiacimento verso la comunità internazionale al fine di agevolare il riconoscimento del governo afghano come legittimo e quindi sbloccare fondi detenuti in banche occidentali.
Dall’agosto dello scorso anno, i talebani hanno da subito iniziato a reprimere l’uso di oppiacei e la dipendenza da essi anche se alcuni analisti sostengono che l’obiettivo futuro del governo sia quello di gestire direttamente il mercato e quindi credono poco all’efficacia del divieto imposto il 3 aprile.
Pare che i talebani, già prima della ripresa del potere, avessero aumentato la produzione di metanfetamine ricavate dall’efedra, una pianta che cresce spontanea e che richiede un processo di lavorazione semplice ed economico.
La Turchia che ha scalzato l’Iran nella “gestione” degli stupefacenti in Afghanistan ed ha assunto il controllo dell’aeroporto di Kabul, è attore principale nel commercio internazionale e, come sostiene Maysam Behravesh, la guerra russo-ucraina in corso agevolerebbe una grossa richiesta ed i collegamenti della criminalità organizzata favorendo profitti per i talebani.
Altro aspetto da non sottovalutare è la tutela del patrimonio culturale. Ricordiamo tutti la distruzione, nel marzo 2001, delle statue dei Buddha di Bamiyan e oggi i monumenti dell’Afghanistan sono nuovamente in pericolo. Ad ottobre, la fortezza di Greshk, nella provincia di Helmand, è stata distrutta con l’intenzione di costruire al suo posto una scuola religiosa. Non solo il fanatismo religioso minaccia il patrimonio archeologico afghano ma anche interessi economici. Nella provincia di Logar, il sito Mes Aynak, sorge su un grande giacimento di rame le cui concessioni sono state cedute ad una compagnia mineraria cinese.
In questo quadro economico-sociale saprà l’Afghanistan risollevarsi o assicurare una vita quanto meno "dignitosa" ai propri cittadini?
1 Nel giro di qualche giorno gli italiani sono stati “invitati” a lasciare il suolo emiratino senza troppi giri di parole, evidente conseguenza del deterioramento delle relazioni commerciali e politiche tra Italia ed Emirati Arabi dovuto alla cancellazione di alcuni contratti di forniture militari verso il Paese arabo causando gravi conseguenze nei rapporti bilaterali politici, militari e commerciali.
2 “Nel periodo di riferimento, UNAMA ha documentato: 2106 vittime civili (700 morti, 1406 feriti) causate principalmente da attacchi con ordigni esplosivi improvvisati (IED) attribuiti all'ISIL-KP e ordigni inesplosi (UXO). 160 esecuzioni extragiudiziali, 178 arresti e detenzioni arbitrarie, 56 casi di tortura e maltrattamenti di ex ANDSF e funzionari governativi perpetrati dalle autorità de facto. 59 esecuzioni extragiudiziali, 22 arresti e detenzioni arbitrarie e 7 episodi di tortura e maltrattamenti da parte delle autorità de facto di individui accusati di affiliazione con ISKP. 18 esecuzioni extragiudiziali, 54 casi di tortura e maltrattamenti e 113 casi di arresti e detenzioni arbitrarie. 217 casi di punizioni crudeli, disumane e degradanti eseguite dalle autorità di fatto dal 15 agosto 2021. 118 casi di uso eccessivo della forza da parte delle autorità di fatto tra il 15 agosto 2021 e il 15 giugno 2022. Violazioni dei diritti umani che hanno colpito 173 giornalisti e operatori dei media, 163 delle quali sono state attribuite alle autorità de facto. Violazioni dei diritti umani che hanno colpito 65 difensori dei diritti umani , 64 dei quali sono stati attribuiti alle autorità de facto.”
Foto: UNAMA