Brasile: Ordem e Progresso (e Covid)

(di Gino Lanzara)
25/05/20

Gli stereotipi bollano persone e cose, anche le Nazioni. Il Brasile porta al Carnevale, al calcio, ad un insieme di luoghi comuni spesso non rispondenti alla realtà; per anni è stato associato al giorno del maracanazo, al gol dell’uruguaiano Ghiggia che, al 79’ della finale del Mondiale del 1950, costrinse i giornali brasiliani a ristampare le prime pagine con nunca mais, mai più; lo psicodramma fu tale che lo stesso capitano uruguagio Varela conservò il rimorso della disperazione di un popolo. Negli anni ’80 il regista Terry Gilliam, durante una passeggiata lungo l’arenile di Port Talbot, trovò l’ispirazione per il suo film Brazil guardando la polvere scura degli altoforni, il sole al tramonto, ed immaginando un anziano che ascoltava Aquarela do Brasil, unico brano capace di far evadere da quella tetraggine.

E poi c’è l’altro Brasile, quello vero, più sudamericano che latino; un Brasile da sempre attratto dalla geopolitica per estensione geografica ed attriti con le Nazioni confinanti, in particolare l’Argentina, invisa per lo stile europeo, i suoi Nobel e criticata per il peronismo. Un Brasile sofferente della sindrome da assedio da infrangere intervenendo, come nel Cile di Allende o nella della Guerra delle Falkand, sulle dinamiche percepite come pericolose, salvo essere ripagato con il boicottaggio argentino alle sue aspirazioni di un seggio permanente in Consiglio di Sicurezza ONU.

La politica portoghese e poi brasiliana ha consolidato una propria geopolitica coltivando idee di strutturazione di potere sui piani regionale e globale, e subendo il fascino della geografia prima delle teorie di Mahan, Mackinder, Spykman, tanto da dirigere la sua espansione verso Nord, Sud, verso i Paesi continentali e quelli del Bacino del Plata, ed ora verso le coste occidentali africane grazie ai Paesi lusofoni1 che agevolerebbero l’espansione politico-militare, e nella regione indo-pacifica esercitando un potere marittimo blu2.

L’evoluzione della flotta è iniziata nel 2008 con l’ausilio del francese Naval Group, prevedendo l’allestimento di 5 sommergibili di cui 1 nucleare entro il 20293, e proseguendo nel 2019 con il test del missile antinave Mansup, sistema d’arma integralmente brasiliano. Il Brasile incute diffidenza, viste la potenza demografica e le ambizioni nucleari, affidate all’ammiraglio Bento Costa Lima Leita, ministro dell’energia. Al termine del regime militare nel 1985, la geopolitica assume un’ulteriore rilevanza, visti sia gli interessi suscitati nel mondo del grande capitale dalle risorse brasiliane, sia il conflitto latente con le ONG che auspicano l’internazionalizzazione dell’Amazzonia, specie dopo i roghi del 2019.

Guida per i Paesi emergenti o faro per il Terzo Mondo?

Il gigante verde oro desidera volare alto, ma è fiaccato da statalismo, diseguaglianza sociale ed approcci politici troppo ideologici che lo ancorano ad un ruolo internazionale modesto. La coabitazione continentale è fatta di alti e bassi, a prescindere dal colore dei governi in carica: l’aristocratico Brasile per i suramericani è l’Argentina di domani; una visione incrinata dall’ingresso nei BRICS4, ma sostenuta dalle interdipendenze tra gli aderenti al Trattato del Mercosur5 del 1991 ora in sinergia con l’Alleanza del Pacifico, a cui Brasilia guarda con interesse. Il Brasile non può permettere il default argentino: si creerebbe un vuoto riempito dalla Cina, destinazione dell’export di materie prime e che crea sentimenti ambivalenti: timore per la concorrenza industriale, ed aspettativa per la possibile realizzazione di collegamenti ferroviari tra Atlantico e Pacifico quale alternativa a Panama.

Il Brasile ante Bolsonaro ha sofferto di un rallentamento economico causato da congiunture internazionali e dagli interventi governativi che hanno determinato la fuga dei capitali esteri. La crescita, dovuta alla combinazione tra domanda di materie prime e ricorso alle aperture di credito e non ai programmi sociali di Lula, si è bloccata per mancanza di infrastrutture, per inefficienza produttiva, per il calo della richiesta cinese. Lo stato di crisi ha agevolato l’ascesa di Jair Bolsonaro, outsider politico di lungo corso anti establishment, sostenuto dall’alleanza delle 3 B: Bibbia evangelica, Bue latifondista, Bala6 militare. Ex ufficiale, dopo numerosi cambi di casacca è approdato ai nazional conservatori; noto per le sue posizioni radicali e simpatizzante delle giunte militari, ha fatto suo uno stile diretto e semplificatore tuttavia non funzionale al più complesso esercizio politico reale. La sua politica estera vive di equilibri precari: condivide quella USA in merito all’impasse venezuelana ma senza ipotizzare il ricorso ad interventi economico militari; affronta la richiesta di maggiori relazioni commerciali americane ma guardando ai rischi connessi al mantenimento dei rapporti economici con la Cina.

Brasile vuol dire anche BRICS, specie in tempo di COVID, dove i BRICS appoggiano (ovviamente) l’OMS oggetto di aspre critiche USA.

Il primo anno di Bolsonaro ha mostrato un inizio di ripresa accompagnato da molti propositi: riforma pensionistica, necessaria per la tenuta del bilancio, e riduzione della spesa pubblica accompagnata da inasprimento fiscale e politica monetaria espansiva. Questo fino alla tempesta COVID, che ha evidenziato i limiti di un’area condizionata da Cina, non intenzionata a concedere prestiti strutturali necessari a tutta l’America Latina, ed Usa; calo della domanda cinese e del prezzo del petrolio hanno determinato il crollo delle borse ed una stima al ribasso del PIL, evidenziando le difficoltà di assorbimento dello shock. In questo contesto, ai militari viene conferito un ruolo governativo crescente.

Bolsonaro, cosciente dei rischi conseguenti al fermo delle attività produttive, ha dapprima negato pubblicamente virus e contagio incitando alla riapertura delle attività, salvo poi ritrattare parzialmente ma rimanendo sempre più centrato sul focus dell’incombente debacle economica che del progredire del virus tra la popolazione, per la quale il Ministro dell’Economia Guedes ha concesso un sussidio base di 600 Real7 per 3 mesi. La posizione presidenziale, indebolita peraltro anche dalle indagini sui figli di Bolsonaro, ha provocato sia reazioni politiche di alcuni Governatori8 sia istituzionali da parte del ministro della Difesa, generale Fernando de Azevedo e Silva, dinamiche che, isolando Bolsonaro, stanno rivalutando l’apparato militare, sdoganato dal presidente ma con lui non sempre in sintonia, e con cui ha tuttavia solidarizzato in occasione dell’intervento del Tribunale Supremo che ha bloccato la nomina del nuovo capo della polizia federale, atto ritenuto inopportuno poiché spettante al potere esecutivo.

Non si può escludere che le FFAA abbiano assunto un ruolo più significativo, grazie al generale Villas Boas9 ed al ministro della Casa Civil, generale Walter Souza Braga Netto, il che testimonierebbe la fine dell’utilità di Bolsonaro una volta decaduti gli ex presidenti Lula e Rousseff, ma con lo spauracchio di un impeachment che, con la pandemia in corso, ha indotto l’opposizione a ritenere l’ascesa del vice presidente, il moderato generale Mourao, di continuità e non di rottura.

Di fatto esistono criticità stratificate, “...la sanitaria, lo sfaldamento istituzionale e lo scontro diplomatico con la Cina alimentato... dalle dichiarazioni.. del senatore Flavio Bolsonaro10. La crisi istituzionale e di rapporto tra i poteri paralizza i processi decisionali.”11

Il Brasile, che rischia di diventare epicentro di contagi e che ha già superato i 10.000 decessi12, ha un sistema sanitario non accessibile a tutti e prossimo al collasso insieme a quello penitenziario, anche in virtù delle duplici dimissioni dei ministri della Sanità (Mandetta e Teich) in irrimediabile dissonanza con il presidente, giunto ai ferri corti, per presunte ingerenze nella gestione della Polizia Federale anche con il dimissionario ministro della Giustizia Moro.

La situazione si innesta in un quadro generale in cui gli USA, come sempre attenti a contenere la possibile ascesa di un egemone regionale, osservano un caos che divide ulteriormente i governi continentali.

1 Angola, Capo Verde, Guinee, Mozambico

2 D’altura

3 Il Riachuelo (classe Scorpène) a propulsione convenzionale ha iniziato le prove in mare a settembre 2019.

4 Brasile Russia India Cina Sudafrica

5 Il Mercosur in spagnolo o Mercosul in portoghese è il mercato comune dell'America meridionale. Ne fanno parte Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela (sospeso nel 2106). Stati associati: Bolivia, Cile, Perù, Colombia, Ecuador.

6 Pallottola

7 Poco più di 100 euro

8 João Doria, governatore dello stato di San Paolo ha mantenuto la quarantena; Wilson Witzel, governatore dello stato di Rio de Janeiro, ex alleato del presidente, ha ipotizzato un’incriminazione alla Corte penale internazionale dell’Aia.

9 Consigliere dell'Ufficio di sicurezza istituzionale della Presidenza della Repubblica. Affetto da sclerosi laterale amiotrofica, le sue capacità intellettuali sono integre. Considerato un moderato, contribuisce a limitare qualsiasi identificazione delle FFAA con il governo.

10 Figlio del Presidente

11 Teresa Isenburg Docente di Geografia politica ed economica all'Università di Milano

12 A Rio il 9 maggio è stato allestito nel Maracanà un ospedale da campo che dispone di 400 posti letto

Foto: Marinha do Brasil