Guerra dell’acqua: la questione senza fine tra Hezbollah e Israele

(di Maria Grazia Labellarte)
09/09/16

Nelle ultime settimane una nota ufficiale di Hezbollah ha condannato pubblicamente la creazione da parte di Israele di strade nelle zone vicino alle fattorie di Sheb’a, ritenendola un crimine e una pericolosa violazione della sovranità del Libano.  Nello stesso comunicato Hezbollah esorta Beirut "a difendere il proprio territorio, prendendo le misure necessarie a fermare l’operato israeliano”.

L’ultimo scontro armato su vasta scala tra miliziani del partito libanese e Israele risale alla Seconda guerra del Libano del 2006, quando ci furono migliaia di morti tra civili e militari.

Le fattorie in questione costituiscono un'area agricola di 14 blocchi ubicati a sud di Sheb'a, villaggio libanese sulle pendici occidentali del monte Hermon, ricco d’ acqua e  punto d'incontro tra Siria, Libano e Israele. L’area è lunga circa 14 km e larga 2, adagiata tra i 400 e i 2.000 metri di altezza. Si tratta di una zona molto fertile, dove vengono coltivati frumento, alberi da frutto e ortaggi.  

La stampa internazionale, nel recente passato, aveva già messo in risalto il contenzioso sulle risorse idriche che fluirebbero nell’ area.

Libano e Siria sostengono che le fattorie di Sheb’a non rientrerebbero nella giurisdizione di Israele, ma sulla base di quanto stabilito dalle Nazioni Unite, apparterrebbero alla regione del Golan, appena più a est. Le alture del  Golan sono aree occupate da Israele durante la guerra del 1967 e mantenute anche a seguito della Seconda guerra del Libano. 

Attualmente Hezbollah fa della liberazione di Sheb’a  uno dei suoi obiettivi strategici ma la disputa per il fabbisogno idrico delle popolazioni locali, inasprita dall’inaridimento del clima, influenza le politiche dei governi della regione da decenni.

Sia Giordania che i Territori palestinesi occupati dispongono di un livello medio basso di risorse idriche rinnovabili;  il Libano e la Siria, al contrario,  hanno eccedenze di acqua; entro il 2025 per Israele il livello di acqua disponibile è destinato viceversa  ad abbassarsi drasticamente.

Per il momento Tel Aviv contra sul Mar di Galilea, il più grande lago d’acqua dolce dello Stato di Israele, lungo circa 21 km e largo 13,  con  uno sviluppo costiero di 53 km. Il suo bacino, ben sfruttato, garantirebbe l’approvvigionamento idrico anche della della costa e del Sud del Paese.

È facile comunque immaginare che sul tema dell’acqua ci saranno nei prossimi anni motivi di scontri.

Ricordiamo che negli anni sessanta la Siria e il Libano diedero l’avvio alla costruzione della diga Qaraoun, indispensabile all’ utilizzo delle acque a scopo agricolo, iniziativa di seguito interrotta  durante la Prima e Seconda guerra del Libano.

Anche in considerazione dei fattori strategici e dell’importanza politico-militare che rivestono le alture intorno alle fattorie Sheb’a, non resta che monitorare gli eventi. Il giornale americano The Fortune ha considerato la “Guerra dell’acqua” come il  principale nodo del XXI° secolo.

(Foto: Tsahal)