Da oltre 25 anni i piani per la costruzione della prima centrale nucleare in Israele giacciono sui vari tavoli delle trattative in cui è impegnata Gerusalemme.
Secondo fonti stampa statunitensi, il Ministero dell'Energia israeliano ha recentemente contattato il Ministero delle Finanze con una richiesta di approvazione del contratto di un esperto internazionale di radioprotezione.
Due anni fa è stata condotta un'indagine statistica concernente la valutazione dell'opinione pubblica sull'opportunità di costruire una centrale in un'area urbana dello Stato di Israele: il settanta per cento degli intervistati non è risultato favorevole a vivere vicino a una centrale nucleare, ma generalmente sosteneva il progetto di costruirne una.
I piani passati hanno delegato la costruzione di una centrale nucleare alla Israel Electric Corporation (IEC), un tempo monopolista e oggi il più grande fornitore di energia elettrica in Israele. Progettato per essere installato nella zona meridionale del Negev, l'impianto avrebbe dovuto avere una produzione di 1.300 megawatt. Tuttavia, una riforma successiva stabilí che l'IEC non avrebbe avuto più il monopolio sulla produzione di energia in Israele, consentita anche ai privati.
Le centrali nucleari, che si basano sulla potenza termica, sono considerate una fonte di energia a basse emissioni di carbonio simile all'energia eolica e solare.
Dieci anni fa Israele ha fissato l'obiettivo di raggiungere il 5% di elettricità verde entro il 2014 e il 10% entro il 2020, ma al momento raggiunge solo il 6%.
Oggi, il 70% dell'elettricità di Israele proviene da giacimenti di gas naturale nel Mar Mediterraneo. I piani governativi sono di portare questo numero fino all'80% e integrare il resto con fonti di energia rinnovabile.
Una centrale nucleare diversificherebbe le fonti di energia elettrica nel paese, ridurebbe la necessità di centrali elettriche a gas e consentirebbe a Israele di esportare più gas, questo secondo una fonte autorevole della stampa ebraica e americana.
Il ministero dell'Energia intende dunque presentare le opportune raccomandazioni per la centrale elettrica nei prossimi 18 mesi, sempre secondo fonti coinvolte nel progetto.
Sono diversi tuttavia i progetti che vedono Israele esportatore di energia. Ricordiamo, tra gli altri, l'East MED - così è stato ribattezzato l’impianto che sarà utilizzato per trasportare il gas dai giacimenti offshore israeliani sino in Europa. Le stime indicano che, quando diverrà operativo, fornirà 12-16 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
Il completamento del progetto è previsto per il 2025 e, secondo gli analisti israeliani, il gasdotto aumenterà in modo significativo il potenziale di esportazione di gas naturale di Israele contribuendo a rafforzare la posizione dello stato ebraico come potenza energetica emergente.
Foto: Emmelie Callewaert