Almeno sette navi hanno preso fuoco nel porto iraniano di Bushehr, secondo quanto riportato ieri dall'agenzia di stampa Tasnim, in quello che sembrava essere l'ultimo di una serie di inspiegabili incidenti dalla fine di giugno in Iran. Nel periodo infatti, diverse sono state le esplosioni e gli incendi intorno a strutture militari, nucleari e industriali iraniane, incluso il noto incendio nella struttura nucleare sotterranea dell'Iran a Natanz il 2 luglio.
Fulcro del programma di arricchimento dell'Iran é proprio questo luogo, che Teheran sosterebbe "per scopi pacifici". Il massimo organo di sicurezza iraniano ha dichiarato il 3 luglio che la causa dell'incendio di Natanz non è stata accidentale. Alcuni funzionari iraniani hanno affermato che potrebbe essere stato un cyber sabotaggio (v.articolo) e uno di loro ha ammonito che Teheran si sarebbe vendicato contro i responsabili.
Secondo il Time of Israel, Simon Henderson, appartenente al think tank del Washington Institute for Near East Policy, avrebbe affermato che il presunto attacco é riuscito a prendere di mira un impianto di assemblaggio di centrifughe in superficie presso la struttura sotterranea - quindi difficile da attaccare. Henderson, scrivendo sul sito The Hill, questa settimana, ha anche avvertito che l'Iran potrebbe vendicarsi per il presunto assalto al suo programma nucleare, con un attacco appunto al programma nucleare israeliano. L'israeliano Canale 13 ha riferito che il Paese si stava preparando per una potenziale rappresaglia per l'esplosione di Natanz, così come una serie di altre misteriose esplosioni, incendi nelle strutture in tutto l'Iran, che molti hanno ipotizzato fossero causati dallo stato ebraico.
Il ministro della Difesa Benny Gantz ha fatto sapere la sua sull'argomento: in un'intervista alla Radio israeliana nella giornata di domenica scorsa ha affermato che "non tutti gli eventi che accadono in Iran sono collegati allo Stato Ebraico".
Henderson ha affermato che Israele probabilmente credeva che l'Iran stesse riprendendo la produzione delle potenti centrifughe necessarie per arricchire quantità sufficienti di uranio per fabbricare un'arma nucleare. Le centrifughe funzionano ruotando rapidamente - decine di migliaia di rotazioni al minuto - per separare il contenuto all'interno in base al peso. Nel caso dell'uranio significa che l'uranio-235, più leggero e che può essere utilizzato nelle reazioni di fissione nucleare, viene separato dall'uranio-238, più pesante.
Attualmente, l'Iran possiede principalmente centrifughe di tipo IR-1 meno avanzate, ma queste non sono in grado di arricchire l'uranio al livello necessario per una bomba. Poiché molte delle sue centrifughe IR-2m di nuova generazione, che sono in grado di arricchire l'uranio a livelli di armi, sono state messe offline durante l'accordo sul nucleare del 2015. L'Iran avrebbe dovuto rimettere in funzione queste macchine per continuare la sua presunta corsa verso l'ipotetica bomba.
Nel 2018, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha abbandonato l'accordo e ha messo in atto nuove sanzioni economiche, spingendo l'Iran ad arricchire l'uranio a livelli più alti e accumularne una quantità maggiore di quella consentita dall'accordo.
"L'ipotesi è che l'Iran abbia riavviato la produzione su larga scala delle centrifughe IR-2m - o almeno fino alla settimana scorsa", ha scritto Henderson.
Una volta assemblate, le nuove centrifughe avrebbero effettivamente operato presso la struttura di Natanz, sepolte da cemento e acciaio in profondità, il che le avrebbe rese incredibilmente difficili da colpire con una bomba.
Nel 2010, secondo quanto riferito, gli Stati Uniti e Israele hanno preso di mira le centrifughe iraniane a Natanz con un attacco informatico, il noto Stuxnet, che ha causato la rotazione errata di alcune di esse.
Secondo Henderson, esperto appunto di politica energetica, l'impianto di assemblaggio di centrifughe di Natanz era probabilmente l'unica struttura iraniana in grado di produrre i modelli IR-2m più avanzati. "Pertanto, la produzione di IR-2ms si è fermata e, dal punto di vista di Israele, la probabilità che l'Iran ottenga abbastanza uranio altamente arricchito per la sua prima arma nucleare è stata posticipata di mesi, forse addirittura anni".
Funzionari iraniani hanno regolarmente affermato di non voler costruire un'arma nucleare; tuttavia queste affermazioni sono state ampiamente screditate dall'arricchimento di uranio di Teheran a livelli superiori a quelli necessari per la tecnologia civile, nonché dai documenti iraniani - rubati dal Mossad nel 2018 - che mostravano piani per collegare un'arma nucleare a un missile.
Martedì scorso, Nour News (ci fa sapere sempre il Time of Israel) un sito web iraniano vicino al Consiglio supremo di sicurezza nazionale del paese, ha dichiarato che l'edificio di Natanz è stato danneggiato in "un attacco deliberato", nel primo apparente riconoscimento pubblico di Teheran che l'incidente non è stato tale. Il metodo preciso usato per attaccare il sito di assemblaggio delle centrifughe di cui sopra, non è ancora noto, ma un ufficiale dell'intelligence del Medio Oriente (anonimo) avrebbe dichiarato al New York Times che è stata usata una potente bomba e che Israele era l'artefice dell'esplosione.
Nel frattempo l'Iran ha ammesso domenica che Natanz ha subito danni "considerevoli" dall'esplosione, poiché le immagini satellitari sembravano mostrare la struttura sensibile, devastata. In precedenza aveva cercato di minimizzare il danno causato dall'incendio, rilasciando una sola immagine del sito che mostrava un piccolo numero di segni di bruciatura. Nuove immagini satellitari mostrano una distruzione molto maggiore che ha costretto Teheran a rivalutare l'entità dell'esplosione.
L'edificio è stato costruito nel 2013 per lo sviluppo di centrifughe avanzate, anche se nel 2015 i lavori sono stati fermati ha dichiarato il portavoce dell'agenzia atomica iraniana Behrouz Kamalvandi.
Foto: IRNA