Il conflitto che dura ormai da decenni tra Marocco e la popolazione Saharawi riscuote sempre poca attenzione mediatica ed a volte anche dalle istituzioni sovranazionali. In quella parte di Africa, però, le tensioni che molto spesso sfociano in attacchi armati più o meno prolungati, non aiutano il processo di pacificazione iniziato, ormai, trent’anni fa.
È del 30 gennaio l’ultima notizia di una serie di bombardamenti, da parte dell'Esercito Popolare di Liberazione Saharawi (SPLA), mirati alle trincee dei soldati di occupazione marocchini, dapprima nella regione di Sahb Shedida nel settore della Farsia e successivamente, alcuni distaccamenti, nella regione di Kalb Nasnella e nella regione di Fadret Tamat nel settore di Hawza.
Lo stesso giorno i gruppi marocchini hanno vietato al presidente dell'Ente Saharawi contro l'Occupazione Marocchina (ISACOM), Aminatou Haidar di partire per la Spagna perché mancante del passaporto di vaccinazione marocchina, anche se in possesso del passaporto vaccinale europeo.
Il governo aveva iniziato da tempo una massiccia campagna vaccinale per meglio fronteggiare la situazione pandemica, invitando tutti i cittadini a recarsi nei centri vaccinali e attenersi scrupolosamente alle regole, introducendo anche il passaporto vaccinale, ma per i viaggi, nei giorni precedenti, erano stati anche accettati i passaporti vaccinali europei, strana quindi la rimostranza nei confronti di Aminatou Haidar.
In realtà il motivo che avrebbe impedito la sua partenza sarebbe stato di altra natura e cioè per via del suo intervento in materia di diritti umani, in quanto nei prossimi giorni avrebbe partecipato ad una conferenza a Madrid e Vitoria insieme al Comitato Saharawi per i Diritti Umani e all'Associazione delle Famiglie dei prigionieri Saharawi e degli scomparsi.
Il presidente della Repubblica Democratica Araba del Saharawi, Brahim Gali1, ha accusato il Marocco di minacciare la pace e la sicurezza regionale a causa della politica aggressiva di espansione, come dichiarato in un suo discorso del 27 gennaio 2022 e, pertanto, ha invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ad intervenire in nome della pace e della sicurezza nel mondo.
A tal proposito il Marocco, il 29 gennaio, è stato invitato, dalle 306 organizzazioni del Gruppo di supporto di Ginevra per i diritti umani, ad abbandonare le sue mire espansionistiche e ad attuare il diritto internazionale nei confronti dei popoli di Sahara, Maghreb e Sahel.
Il Movimento per i prigionieri politici Saharawi, quindi, ha lanciato un appello al ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, per mediare e intervenire, affinché potessero essere liberati tutti i prigionieri politici Saharawi dalle carceri marocchine.
Lo stesso 29 gennaio Il primo ministro saharawi Bouchraya Hamoudi Bayoun ha affermato che il governo programma per il 2022 un rafforzamento dell'Esercito Popolare di Liberazione Saharawi (SPLA).
In seguito a queste dichiarazioni risuonano ancora le parole dell' ex presidente degli Stati Uniti d’America, che aveva riconosciuto nel 2020 l'occupazione marocchina del Sahara Occidentale, ma l'ex segretario di Stato americano, James Baker III2, la definì una mossa avventata e un attacco ai “principi del diritto internazionale e della diplomazia che gli Stati Uniti hanno sposato e rispettato per molti anni” e di fatto la presa di posizione del presidente ha contribuito al conflitto di lunga data tra il Marocco e il popolo del Sahara Occidentale.
Ciò potrebbe causare non solo la strumentalizzazione di tali tensioni da parte dei gruppi terroristici come Al-Qaeda, ma anche lo sgretolamento dei rapporti con l’Algeria, sostenitrice dell’autonomia dei popoli del Sahara Occidentale, oltre che ad un danneggiamento dei rapporti commerciali con l’Europa.
Si auspica che l’attuale presidente USA saprà riprendere una linea più cauta rispetto a quanto fatto dal suo predecessore.
1 segretario generale del Frente POLISARIO
2 James A. Baker III è stato il 61° segretario di stato degli Stati Uniti dal 1989 al 1992 e l'inviato personale del segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara occidentale dal 1997 al 2004.
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